Una mappa interattiva tira l’altra
15 Gennaio 2014 Pubblicato da Pino Bruno
- 15 Gennaio 2014
- SCENARI DIGITALI
- mappa dinamica, mappe, open data, open source
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Le mappe interattive sono come le ciliegie: una tira l’altra. Ecco così il suggestivo European word translator di James Trimble dell’Università di Glasgow, promotore del sito UK Data Explorer, che traduce all’istante una o due parole dall’inglese verso le altre lingue europee e le posiziona correttamente sulla mappa. Nulla di trascendentale, ma se fossi un prof, userei il translator a scuola, per dare una rinfrescata alla geografia oltre che ai linguaggi del vecchio continente. È solo un esempio delle potenzialità degli strumenti Open Source e delle fonti Open Data. Nel suo UK Data Explorer, James Trimble propone altre mappe geolocalizzate in cui miscela dati pubblici “aperti”, informazioni tratte da siti e social network, grafici e indicatori economici grazie a strumenti di gestione e manipolazione dei dati come Data-Driven Documents.
Altri esempi? Come non restare affascinati da una mappa interattiva come ORBIS? È un poderoso strumento di calcolo dedicato all’Impero Romano, creato da Walter Scheidel ed Elia Meeks per il Dipartimento di Digital Humanities della Stanford University. ORBIS è un luogo inedito e affascinante, una crono-macchina che ci trasporta nel 205 dopo Cristo. Sul display appare una mappa dinamica che copre circa dieci milioni di metri quadrati di terra e mare in tre continenti. Sono stati geolocalizzati 751 siti, insediamenti urbani, strade, piste, porti, valichi, fiumi e canali navigabili. E’ un simulatore di viaggi, una sorta di navigatore satellitare o la mappa Michelin dell’epoca.
Per non parlare della mappa animata che indica all’istante la posizione di ogni singolo treno della metropolitana di Londra. La mappa è stata realizzata da Matthew Somerville grazie ai dati API (Application Programming Interface) del London DataStore messo a disposizione dalla Greater London Authority.
Ancora dati aperti, dunque, come quelli usati dalla Stanford University per raccontare ascesa e caduta della stampa americana, a cominciare dal 25 settembre del 1690, quando a Boston vide la luce il mensile “Publick Occurrences Both Forreign and Domestick” , edito dal libraio Benjamin Harris. Sulla mappa, che si può gestire e manovrare a piacimento, scorrono trecento anni di storia dell’industria editoriale e del giornalismo USA, con più di 140mila pubblicazioni. I filtri permettono di spaziare nel tempo, circoscrivere la ricerca per nazione, città, lingua (ci sono anche i giornali in italiano), frequenza della pubblicazione (quotidiani, settimanali, mensili).
C’è anche una mappa interattiva che documenta il commercio mondiale di armi leggere e munizioni tra il 1992 e il 2010 in 250 paesi. Basta sfogliare la mappa e mettere in relazione le cifre con la recrudescenza dei conflitti locali per rendersi conto delle implicazioni geopolitiche del business delle armi per “usi civili”. Arms Globe è un’iniziativa di Google Ideas, in collaborazione con il Peace Research Institute norvegese e con l’Institute Igarapé brasiliano.
Infine c’è il progetto Check-in Europe della Fondazione GarageErasmus, la mappa interattiva degli studenti Erasmus alla quale hanno già aderito circa 7500 studenti ed ex studenti di una delle più belle e utili iniziative dell’Unione Europea. Il sito permette a quanti stanno frequentando (o hanno frequentato) corsi Erasmus di restare in contatto tra loro, scambiarsi esperienze, dar vita a progetti comuni, relazionarsi con il mondo del lavoro.
E l’Italia? Gli Open Data sono ancora poca cosa. Rare le pubbliche amministrazioni che rilasciano dati in formato aperto. Siamo agli inizi. Quando le informazioni saranno disponibili, anche la mappa italiana si vivacizzerà.