Caro vicino di casa mi presti la tua bicicletta? In cambio ti faccio da baby sitter
16 Aprile 2014 Pubblicato da Pino Bruno
- 16 Aprile 2014
- BUONI ESEMPI
- social network
- 0 Commenti
Hai mille amici su Facebook ma non puoi chiedere in prestito la bici alla tua vicina perché non la conosci? E se un social network ci permettesse di tornare alla socialità più vera, quella fisica, del contatto reale, dello scambio di cortesie, attività e solidarietà? Insomma, quello che un tempo si chiamava “buon vicinato”.
Ok, siete terrorizzati dalle assemblee balcaniche di condominio, dalla dose massiccia di ostilità reciproca che si respira, e vi capisco. Si può comunque andare oltre il proprio numero civico, avere una visione di quartiere. Guardate un po’ cosa si sono inventati a Milano con ViciniDiCasa.co (sì, proprio .co e non .com): “Un social network privato disegnato a misura di quartiere, accessibile solo con password. Una community di vicini veri e verificati, così puoi stare tranquillo quando scambi beni e servizi”.
“Su ViciniDiCasa – raccontano gli organizzatori – puoi condividere esperienze oggetti e conoscenza. Vuoi offrirti come baby sitter o dog sitter? Cerchi una bicicletta, vuoi organizzare un mercatino? È il modo più facile per creare la community del tuo quartiere, per essere informati su quello che accade intorno a te, per scambiare notizie, oggetti e servizi nel tuo vicinato. Le community di vicini di casa si costruiscono sulla fiducia. I commenti, le testimonianze e le raccomandazioni ti aiutano a conoscere meglio i tuoi vicini”.
Il portale, apprendo dal Corriere della Sera, è stato ideato dal pubblicitario milanese Massimiliano Leiter e finanziato da Telecom Italia, che nella startup ha investito 25.000 euro. “Il concetto è semplice – scrive Elisabetta Andreis – le città allargano via via i confini? La logistica pesa sempre di più sull’organizzazione di tutti i giorni? Benissimo: uniamo le forze con chi vive o ci lavora fisicamente vicino. Bando al global, di necessità virtù si torna al local”.
Aderire è semplice: ci si registra con dovizia di dettagli verificati (a partire dall’indirizzo di residenza, controllato con carta d’identità per far desistere intrusi che in realtà abitano o lavorano lontano), si costruisce un profilo completo con ciò che si offre e ciò che farebbe comodo ricevere. Bisogni e disponibilità, a quel punto, si incrociano in automatico. Sul portale sono pubblicati i feedback sulle cortesie ricevute.
“Aggiornata di continuo dagli stessi utenti – prosegue il racconto – la piattaforma collaborativa finirà per generare, insieme alla conoscenza, economia condivisa e gestione di prossimità. Con infiniti possibili sviluppi. Dallo scambio di informazioni (un medico bravo che venga a domicilio?) ai favori in tempo reale (chi fa la spesa oggi mi compra del latte?), agli swap o le tate condivise, fino agli sconti per il gruppo dei residenti (un local-groupon?)”.
L’idea è stimolante e potrebbe prendere piede in molte città. Su ViciniDiCasa.con c’è il logo del Comune di Milano e 447.228 “mi piace” di Facebook. Bello questo passaggio dal bit all’atomo, questo tentativo di recuperare rapporti di solidarietà concreti e, perché no, di “buon vicinato”.