Moneta elettronica o denaro contante? La differenza la fa l’evasione fiscale
28 Aprile 2014 Pubblicato da Pino Bruno
- 28 Aprile 2014
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- banche, carte di credito, economia, evasione fiscale, tasse
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Dobbiamo usare il denaro contante oppure quello elettronico? Ce lo dicano, dalla cabina di regia. Qualche giorno fa la Guardia di Finanza ha chiesto al Governo di “scoraggiare ulteriormente l’uso del denaro contante, ben oltre il tetto a mille euro”. Il motivo è chiaro: “un euro su quattro non arriva a destinazione. Ogni anno fra i 100 e i 120 miliardi mancano l’appuntamento con l’erario”. Già, ma intanto dal prossimo primo luglio scatta l’aumento – dal 20 al 26% – della tassa sugli interessi su conti correnti, conti di deposito e conti postali.
Cioè, avere un conto in banca o alla Posta (indispensabile per usare Bancomat, Postamat, carte di credito o per fare bonifici) ci costerà di più. Così il nostro Paese, già fanalino di coda in Europa per quantità di transazioni elettroniche, come attesta questo studio della Banca d’Italia, tira ancora più su il freno a mano della trasparenza e della dematerializzazione del contante. D’altronde altri segnali vanno in questa direzione: presto pagheremo di nuovo la commissione quando faremo il pieno con Bancomat o carta di credito.
Qui non si tratta di schierarsi con i propugnatori del denaro contante o con i sostenitori della moneta elettronica. L’importante è capire qual è la direzione intrapresa dal Governo su un tema così delicato e strategico sia per l’Agenda Digitale europea che per quella italiana.
Dobbiamo andare in banca e all’ufficio postale? Dobbiamo avere in tasca Bancomat e carte di credito? Oppure dobbiamo nascondere le banconote sotto il materasso? Un po’ di chiarezza non guasterebbe.