Pronto? Mi manda un drone in corso Cavour?
11 Aprile 2014 Pubblicato da Pino Bruno
- 11 Aprile 2014
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Chiameremo il drone come si fa con il taxi? “Ho bisogno un drone da videosorveglianza al civico 5 di corso Sempione“, oppure “Mi serve un drone in piazza Mazzini per accompagnare i bambini a scuola“, o ancora “Avete un drone in volo sul Pantheon? Vorrei ricevere un video in diretta” e infine “Mandatemi un drone in via Dante 8 per ritirare un plico da consegnare in piazza Garibaldi“.
Esasperazione tecnologica? Può darsi, ma i droni saranno dappertutto, faranno di tutto, e dunque perché stupirsi del drone on demand? In Italia sono già numerose le aziende che propongono “noleggio di droni per lungo e medio raggio con ampio parco sensori e ottiche per numerosi campi di applicazione. Piloti professionisti, dispositivi di sicurezza attiva e passiva, polizze per uso professionale” e rispetto del regolamento Enav. Basta digitare su Google le parole “noleggio” e “drone” per rendersi conto di un fenomeno in via di espansione.
Le offerte riguardano perlopiù riprese aeree e produzioni video, per il cinema, la pubblicità, il turismo ma i droni sono ormai richiesti anche per i matrimoni. Negli Stati Uniti è imminente l’avvio di un servizio ancora più evoluto, almeno a giudicare dal concept video proposto da Gofor Drones On Demand. L’azienda dice di essere pronta a operare già in cinque città degli States. Gofor fornisce droni su richiesta, che si possono governare utilizzando una app per dispositivi mobili. L’interfaccia permette di affidare al drone anche con comandi vocali, una serie di compiti utili. Ci sono funzioni in cui i droni possono operare in piena autonomia e altre da assegnare a operatori specializzati.
Quando il drone richiesto arriva nel luogo concordato, l’accoppiamento con il tablet o lo smartphone è immediato, grazie al codice univoco fornito dall’azienda. I droni attivi nelle vicinanze vengono visualizzati sulla mappa e l’applicazione permette di prenotarli in base al compito richiesto e conoscere i tempi stimati per la disponibilità. L’applicazione consente anche di interagire con gli oggetti taggati che appaiono sul display (persone, luoghi, droni in volo).
Video concettuale, dicevamo, perché le informazioni fornite dall’azienda sono scarne, né vi è traccia della app negli store Apple e Android. Un pesce d’aprile a scoppio ritardato? Può darsi, ma lo scenario proposto è credibile. Sarà difficile liberarsi dell’ingombrante presenza dei droni.