Appello di Reporters sans frontières, perché scorra l’inchiostro e non il sangue
9 Gennaio 2015 Pubblicato da Pino Bruno
- 9 Gennaio 2015
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Sul sito di Reporters Sans Frontières il barometro della libertà di stampa 2015 è listato a lutto, con i nomi degli otto giornalisti massacrati il 7 gennaio nella redazione di Charlie Hebdo. Ci sono poi, in questo primo scorcio dell’anno, già 177 giornalisti dietro le sbarre, insieme con 13 collaboratori e 177 cyberattivisti. La storica associazione che si batte per il diritto all’informazione, ha lanciato ieri un nuovo appello. L’ho tradotto per chi volesse sottoscriverlo.
“Il massacro dei giornalisti di Charlie Hebdo è una grave violazione delle nostre libertà. Questo giorno nero della storia della stampa mondiale evidenzia l’estrema violenza a cui sono soggetti coloro che osano criticare o semplicemente mettere in discussione la religione. Un approccio descritto troppo spesso come “blasfemo” dai poteri estremisti.
Lanciamo un appello per una mobilitazione generale contro tutti i predatori della libertà di stampa che, adducendo motivi religiosi, perpetrano orrori perpetrati contro i giornalisti e i disegnatori di vignette. Quando gruppi radicali sparano a vista nelle redazioni, in Francia come in Iraq o in Pakistan, prendono di mira i diritti dei cittadini.
Gli estremisti si sentono incoraggiati dalle politiche repressive di alcuni Stati. Quando il creatore di un sito web è condannato a 1000 frustate in Arabia Saudita per “aver insultato l’Islam”, quando un giornalista afghano riesce a evitare per un soffio la pena di morte per “blasfemia”, quando alcuni Paesi lanciano un’offensiva per chiedere di inserire nel diritto internazionale il reato di “diffamazione delle religioni”, sono in pericolo le nostre libertà.
Affinché sia l’inchiostro a scorrere e non il sangue, noi ci appelliamo ai responsabili della politica, della società e delle religioni che tengono alla libertà di resistere a tutti quelli che vogliono mettere in discussione i nostri diritti fondamentali”.
Ni la censure, ni l’autocensure ne doivent prévaloir. Ainsi, l’esprit de Charlie vivra.