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Fahrenheit 451 alla matriciana. Pompieri De Noantri

I libri sono pericolosi. Quelli scolastici ancora di più. Lo sapeva bene Ray Bradbury, quando nel 1953 – in piena Guerra Fredda – scrisse Fahrenheit 451. Erano gli anni di Joseph McCarthy, della caccia alle streghe. Lo sapeva bene François Truffaut quando, nel 1966, trasportò il romanzo sul grande schermo, con un film mirabile. La storia si ripete come farsa. Maccartismo alla matriciana.

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Scrive Simona Scelfo, a proposito del romanzo e del film: “Fahrenheit 451 è un libro di Ray Bradbury sulla libertà di pensiero. In questo libro l’autore narra un futuro terribile dove i libri sono banditi e con loro la cultura.

L’informazione e l’intrattenimento vengono dalla televisione, unico strumento di diffusione consentito, che diviene completamente assorbente, e in grado di plasmare le menti delle persone creando realtà altre che portano lo spettatore a credere di essere in una “grande famiglia”.

La televisione per impedire alle persone di pensare, per annullarne il senso critico e tenerle impegnate intrattenendole con l’effimero e la finzione. In questo mondo i pompieri si sono evoluti e invece di spegnere gli incendi li appiccano, ma solo per i libri.

I pompieri sono il corpo impegnato a cancellare le ultime tracce di quei libri che sono gelosamente conservati dalle persone che ancora li amano e vogliono continuare ad emozionarsi con le loro pagine. Così, una volta bruciati, i libri non possono che continuare ad esistere nella memoria delle persone che diventano in questo modo il libro che imparano a memoria pur di preservarlo dall’oblio”.

Televisione, unico strumento di diffusione consentito. Vi fa venire in mente qualcosa?

Pompieri. De Noantri…

PS. L’articolo più divertente su questa vicenda dei libri di testo è stato scritto oggi su La Repubblica da Alessandra Longo. Non è nell’edizione on line del giornale, ma in rete gira….il link è questo.

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Pubblicato da RG

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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