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Bin Laden e la Lettera Rubata di Poe

Gli analisti dell’intelligence statunitense, si sa, sono fini intellettuali. Leggono molti libri. Ce lo aveva insegnato negli anni Settanta Joe Turner/Robert Redford ne “I tre giorni del Condor”. Ne abbiamo avuto conferma nell’affaire Wikileaks, con le accuse a Julian Assange tratte pari pari da un romanzo di Stephen King. Per rintracciare Osama Bin Laden, gli analisti hanno saccheggiato i classici e trovato la risposta in Edgar Allan Poe.  

Dove mai poteva nascondersi, il sanguinario ideologo del terrore? Proprio lì dove nessuno pensava di trovarlo. E’ tutto scritto ne La lettera rubata, The Purloined Letter – del maestro del giallo psicologico. Non a caso il romanzo di Poe è citato da Leonardo Sciascia in Todo Modo, l’opera ispirata al sequestro di Aldo Moro.  Poe, Jaques Lacan e Sciascia ci dicono che la verità è sotto gli occhi di tutti, ma proprio per questo nessuno la vede.

Mi chiederete. Perché mai le barbe finte ci hanno impiegato dieci anni, per leggere La lettera rubata e trovare la soluzione del caso? La risposta è ovvia. Hanno cominciato a leggere i classici in ordine di stampa, dal 1455. Prima la Bibbia, dunque, poi tutti gli altri. Per arrivare al 1845, quando la rivista The Chamber’s Journal pubblicò il romanzo di Poe.

Voi quanto tempo ci avreste messo?


PS. Se non avete letto La Lettera rubata, non aspettate oltre.

 

PS 2. Il lettore Gianfranco Balena, su Facebook,  si interroga: “mi chiedo a quale inquietante romanzo si sono ispirati quando hanno deciso di buttare il corpo nell’oceano“. La risposta, caro Gianfranco,  è nel ciclo dei Pirati della Malesia di Emilio Salgari. “Le Tigri di Mompracen” è stato pubblicato la prima volta nel 1884, un anno prima de La lettera rubata. La mia teoria, dunque, ne esce rafforzata…

 

…“Comandante, lei non capisce che non è la morte di un uomo che conta, ma la fine di ciò che Sandokan rappresenta. Se avessi potuto uccidere la leggenda di Sandokan senza uccidere lui, l’avrei fatto. Ma ora quel cadavere deve essere impiccato o tutto sarà stato inutile!

 

….Una salva di fucileria salutò il corpo di Sandokan che, spinto dai due marinai, scivolava in mare”.

 

Pubblicato da RG

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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