Wikileaks, Caio e la banda larga, anzi stretta
19 Maggio 2009 Pubblicato da Pino Bruno
- 19 Maggio 2009
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- banda larga, digital divide, E-GOVERNMENT, telecom
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Per fortuna c’è Wikileaks, la wikipedia della fuga di notizie, dei documenti riservati svelati ai cittadini. Nei giorni scorsi ha sfornato il rapporto commissionato dal governo al manager delle telecomunicazioni Francesco Caio sullo stato dell’arte della diffusione della larga banda in Europa. Il dossier è datato 12 marzo 2009. Un quadro inesorabile, senza veli. Il broadband italiano fa acqua da tutte le parti. Le telecom millantano connessioni che non esistono, così come si faceva in URSS ai tempi dei piani quinquennali, quando i burocrati di partito gonfiavano gli indici di produttività per farsi belli con il Cremlino.
Il “tasso di diffusione e crescita è tra i più bassi in Europa”, scrive il consulente del governo. Tra il 2005 e il 2008 non ci sono stati “significativi programmi di investimento in fibra, a fronte di un continuo progresso delle reti NGN in altri Paesi”. “La popolazione in digital divide è al 12%, pari a 7,5 milioni di cittadini”.
C’è troppo doppino di rame e poca fibra, osserva Francesco Caio, che aggiunge: “La banda reale spesso non coincide con la banda nominale”. Insomma, ci fanno pagare connessioni a 20 Mega e ci fanno navigare a un Mega.
Ho sintetizzato al massimo, perché il rapporto – scritto molto bene – è di centocinque pagine. Dallo stato dell’arte alle proposte. Francesco Caio parla di indispensabile coordinamento tra le amministrazioni pubbliche che agiscono sul territorio, di investimenti non più rinviabili.
Non tutto è perduto: “I giochi – scrive il consulente del governo – si faranno da adesso ai prossimi 3-5 anni”.