La mail va in pensione. Troppo vecchia, troppo spam
9 Dicembre 2011 Pubblicato da Pino Bruno
- 9 Dicembre 2011
- ATTUALITA', SCENARI DIGITALI
- email, spam
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Quanti fax sono ancora in funzione in Italia, a quarant’anni dalla nascita della posta elettronica e qualche anno dopo l’introduzione della mail certificata, che ha valore legale? Il dato sfugge a ogni statistica, ma possiamo presumere che siano decine e decine di migliaia le aziende e gli utenti che non rinunciano al costoso ferrovecchio che sputa fuori documenti illeggibili. E’ come avere ancora in casa una tivù in bianco e nero. Già, la mail, che conquista! Sarebbe perfetta, se non ci fosse lo spam, quella spazzatura odiosa che intasa le nostre caselle. Sono monnezza circa otto mail su dieci, e si passa più tempo a cancellare che a leggere. Ebbene – udite udite – c’è una multinazionale, la Atos (settantaquattromila dipendenti) che ha deciso di liberarsi, oltre che del fax, anche dalla posta elettronica.
L’amministratore delegato, Thierry Breton, ha deciso di vietare l’uso della mail in azienda, sostenendo che si tratti di uno strumento ormai superato, che fa solo sprecare tempo. “Il diluvio di informazioni sarà uno dei problemi più importanti del futuro – dice Breton – è tempo di pensare in modo diverso”.
Le mail interne saranno così eliminare entro i prossimi diciotto mesi, mentre i dipendenti sperimenteranno un sistema di messaggistica istantanea, simile a quelli adottati dai social network. D’altronde, dice l’imprenditore, basta guardare come fanno gli adolescenti, che rifuggono dalla posta elettronica e si affidano a sms, chat e social network. Tra i ragazzi l’uso dell’email sta crollando, con un calo annuale del 31% nella fascia 12-17 anni e del 21% in quella 18-24 anni. La mail, per i giovanissimi, è già ”roba da vecchi”.
Thierry Breton ha così introdotto il Wiki Atos, che permette a tutti i dipendenti di comunicare, scrivere o modificare contenuti online, e Office Communicator, sistema di chat online aziendale che comprende videoconferenza, condivisione di file e applicazioni.
L’innovazione non riposa mai sugli allori.
Fonti: The Independent, Ansa