La Svezia twittata da cittadini normali e sconosciuti
26 Dicembre 2011 Pubblicato da Pino Bruno
- 26 Dicembre 2011
- BUONI ESEMPI, SCENARI DIGITALI
- cittadinanza digitale, social network, Stieg Larsson, Svezia, twitter
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Ah la Svezia e il suo progetto Curators of Sweden! Ecco un paragone per descriverlo in poche parole. Sarebbe come se l’Italia, per raccontarsi all’estero, affidasse a cittadini sconosciuti il compito di twittarla a turno. Un’idea di svedesità, cosmopolita, originale, coraggiosa, che rompe lo stereotipo di paese algido, chiuso e razzista. Quello, per intenderci, raccontato da Stieg Larsson nella sua trilogia Millennium. Così, da qualche settimana, l’account Twitter ufficiale dell’Ufficio Turistico Nazionale (@sweden) passa di testimone in testimone.
Prima un editorialista, poi un ragazzo dei sobborghi, quindi un prete, un professore, una camionista lesbica. Adesso c’è Hasan Ramic, a twittare per la Svezia. E’ il figlio di un immigrato bosniaco, che vive in un quartiere di Stoccolma dove “ vedo più facce nere da queste parti rispetto a quelle bianche”. Hasan cerca “di rappresentare il lato più colorato della Svezia, quella che conosco”.
”Noi pensiamo che nessuno più dei cittadini sia il proprietario del marchio Svezia”, dice l’amministratore delegato di VisitSweden, Thomas Bruehl. I testimonial sono stati scelti senza discriminazione di genere, età, professione, origine, orientamento sessuale.
E, aggiunge il direttore generale dell’Istituto Svedese, Annika Rembe, ”in Svezia abbiamo persone con profonda competenza ed esperienza in questioni che toccano un grande pubblico, dalla democrazia alla tecnologia. Lasciandole parlare direttamente ai lettori daremo un’immagine attuale della società di oggi”.
L’account Twitter in italiano dell’Ufficio Turistico Nazionale della Svezia è:
https://twitter.com/#!/visitswedenit
E l’Italia chi la racconta, su Twitter?
https://twitter.com/#!/Join_Italy
è l’account del portale Italia.it, sito ufficiale del turismo in Italia.
Quello che ci è costato già 10 milioni di euro e chissà quanti altri ce ne costerà.
Ah la Svezia!
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