L’Enciclopedia Britannica di carta è morta. Viva l’Enciclopedia Britannica
14 Marzo 2012 Pubblicato da Pino Bruno
- 14 Marzo 2012
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Anche l’annuncio è molto sobrio, molto british: Change: It’s Okay. Really. Dopo 244 anni l’Enciclopedia Britannica, la madre di tutte le enciclopedie, abbandona la carta. I trentadue corposi volumi che la compongono continueranno a vivere dematerializzati, trasformati in bit. D’altronde il doppio canale, cartaceo e online, inaugurato nel 2008, ha dimostrato che il pubblico ormai predilige la più agile versione digitale, da consultare sul web. Delle dodicimila copie stampate nel 2010 ne sono state vendute soltanto ottomila. L’abbonamento annuale da 53 euro permette ormai una consultazione profonda, immediata, a largo raggio. La differenza sono sessanta chili di carta – è il peso dei trentadue volumi – e gli scaffali necessari per sistemare i libroni.
Strano a dirsi, non c’è ancora l’applicazione Enciclopedia Britannica per smartphone e tablet, per portarsi l’opera in tasca, ovunque. E’ soltanto questione di tempo, appuntamento ineluttabile. Ci sono versioni Kids, didattiche, per i dispositivi mobili, ma non è la stessa cosa.
…that today’s announcement represents as much a beginning as an end (dal blog dell’Enciclopedia Britannica).
Dunque un nuovo inizio, non la fine di un’avventura culturale prestigiosa. Looking Ahead, guardando al futuro, scrive il presidente della Britannica, Jorge Cauz, e aggiunge:
“Nel 1768, quando tre scozzesi visionari hanno deciso di creare la prima edizione della Encyclopaedia Britannica , hanno avviato una delle missioni più importanti e durature della storia: trasmettere la conoscenza scientifica attraverso un processo editoriale rigoroso, come cercatori di tutta la conoscenza possibile….
…Capisco che per alcuni la fine dell’edizione cartacea può essere percepita come un addio ad un caro amico affidabile e degno di fiducia… Vorrei cogliere l’occasione per condividere con loro una prospettiva diversa, sulla quale siamo d’accordo noi della Encyclopaedia Britannica e gli oltre 100 milioni di studenti e persone in cerca di sapere, che hanno accesso ai nostri siti e alle nostre applicazioni.
Concentrando i nostri sforzi sul digitale, siamo in grado di aggiornare costantemente i contenuti ed espandere ulteriormente numero di argomenti e profondità con cui essi vengono trattati senza i vincoli di spazio della stampa tradizionale. Oggi la nostra banca dati digitale è molto più grande di quello che potremmo inserire nell’edizione di carta. Possiamo aggiungere e rivedere le voci in pochi minuti, ogni volta che ce n’è bisogno, e lo facciamo molte volte al giorno”.
Insomma, Content is King, come disse Bill Gates nel 1996. La cosa importante non è il contenitore ma il contenuto.