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Perché l’antipatico Garzon difende l’antipatico Assange

Basta leggere il curriculum di Baltasar Garzón Real per rendersi conto che il giurista ed ex magistrato spagnolo non è tipo da farsi intimidire. Ha fatto inchieste su Pinochet, Kissinger e Berlusconi, ha indagato sulla tangentopoli iberica e sul terrorismo. Un rompiscatole, insomma. Infatti lo hanno sbattuto fuori dalla magistratura. Adesso Baltasar Garzón Real fa l’avvocato e si è assunto il non facile compito di difendere il fondatore di Wikileaks, Julian Assange. Un “antipatico”  che assiste un “antipatico”, insieme con altri “antipatici” (Oliver Stone e Micheal Moore). Tutti insieme osano opporsi alle accuse non dichiarate degli Stati Uniti d’America.

Il giurista spagnolo Baltasar Garzón Real, ex magistrato, difensore di Julian Assange

 

La prima mossa di Baltasar Garzón Real è stanare la giustizia americana: “se esistono incriminazioni contro Julian Assange vogliamo che siano rese pubbliche e se non esiste la volontà di estradarlo (negli Usa) vogliamo che si dica, così il problema cesserà di esistere”. E già, perché Assange si è rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra dopo che la giustizia britannica ha autorizzato la sua estradizione verso la Svezia. I giudici di Stoccolma vogliono processarlo per reati sessuali, ma la storia non sta in piedi, come ha dimostrato tempo fa il cronista investigativo del Daily Mail,  Richard Pendlebury. L’estradizione in Svezia potrebbe essere una trappola per la successiva estradizione negli States.

Orbene, l’avvocato Baltasar Garzón Real dice che ”si può dedurre quali sarebbero queste imputazioni, ma non abbiamo alcuna informazione dagli Stati Uniti, giacché la procedura in corso davanti al Gran Giurì è segreta, e dunque le accuse sono segrete e la vulnerabilità (di Assange) è assoluta”.

La settimana scorsa la madre di Assange – dopo essersi consultata con il ministero degli Esteri dell’Ecuador Ricardo Patino – ha detto che “in base a una serie di messaggi segreti di posta elettronica si è potuto stabilire che si sta costituendo un Gran Giurì segreto in Virginia per accusare suo figlio di spionaggio e terrorismo, senza che abbia alcuna possibilità di difesa”. D’altronde il soldato americano Bradley Manning,  presunto responsabile della diffusione di migliaia di comunicazioni diplomatiche riservate attraverso il sito Wikileaks, è ancora sotto ”isolamento e tortura” e – dice Garzon –  ”tutto ci porta a pensare che Assange sarebbe sottoposto allo stesso trattamento” se fosse estradato negli Usa.

”Esiste la percezione che Assange – aggiunge il giurista spagnolo – sia una sorta di essere maligno, al punto che autorità di primo livello politico si sono espresse duramente contro di lui, e allora come si potrebbe evitare di pensare che potrebbe toccargli la stessa sorte” di Manning.

Baltasar Garzón Real è proprio “antipatico”.

 

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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