Sky come Catone nega Go ai birichini
17 Agosto 2012 Pubblicato da Pino Bruno
- 17 Agosto 2012
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- android, apple, censura, consumatori, copyright, jailbreak, sky, tablet
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Manco fosse Marco Porcio Catone, Sky censura il jailbreak e il rooting, cioè la pratica – assolutamente legale, negli Stati Uniti come in Italia – di sbloccare il sistema operativo dei dispositivi mobili Apple e Android. Sentite un po’ cosa scrivono i nipotini di Murdoch sulla pagina Facebook :
“Per tutti i nostri abbonati che ci seguono in mobilità: dalle prossime settimane i dispositivi iPhone e iPad modificati attraverso attività di jailbreak e tablet Samsung modificati attraverso attività di rooting non potranno più ricevere i contenuti di Sky Go, ad eccezione di Sky TG24 e Sky TG24 EVENTI. E’ necessario per tutelare il valore dell’abbonamento dei nostri clienti e, al tempo stesso, perché abbiamo l’obbligo di proteggere i contenuti trasmessi”.
Ora, per usare Sky Go bisogna essere abbonati a Sky e pagare. Dunque nessun regalo. Sky però si arroga il diritto di andare a frugare nei nostri smartphone e tablet, per vedere se abbiamo modificato il sistema operativo. Neppure Catone il censore, che pure si scagliava contro il lusso, l’ellenismo, i baccanali e altre presunte deviazioni dalla morale pubblica, avrebbe osato tanto.
Sommersi dagli improperi, i novelli censori rispondono così, sempre su Facebook:
“Abbiamo letto con attenzione i vostri commenti e vi rispondiamo sui punti principali che avete messo in evidenza. Il blocco dei dispositivi jailbroken è necessario perché i nostri processi di sviluppo, test e qualità del servizio offerto ci impongono di distribuire il software in ambienti certificati dal costruttore (ad oggi Apple e Samsung). Questo, inoltre, ci permette di garantire non solo il corretto utilizzo delle nostre applicazioni ma anche di gestire nel modo migliore le richieste di supporto tecnico”.
Chiosa Massimo Mantellini – che di queste cose ne sa una più del diavolo – “Sky si occupa di precludere l’accesso alla applicazione a quanti fra i suoi clienti hanno scelto di fare jailbreak sui propri tablet: una scelta che – si badi bene – forse potrà invalidare la garanzia sulle macchine acquistate ma che, da un punto di vista legale, è difficilmente attaccabile, non solo in Italia, ma per ora nemmeno negli USA. Sembrerà strano ma superare le difese di un iPad o di un Tablet Samsung rientra attualmente fra le prerogative di quanti li hanno acquistati, almeno negli USA.
È piuttosto evidente che, una volta acclarato il diritto degli utenti dei tablet di utilizzarli come meglio credono, l’unica possibile motivazione per tutelare la sacra alleanza fra piattaforme tecnologiche e fornitori di contenuti è quella di invocare improbabili congetture sugli ambienti certificati, sulla stabilità del software e sulla gestione del corretto utilizzo, oltre che del servizio di supporto alla clientela”.
Appunto. Io compro un prodotto – poco importa che si tratti di tablet, automobili, profilattici, televisori e frullatori – e ci faccio quel cavolo che mi pare. Un tempo usava “truccare” le macchine, vedevi in giro Fiat 500 che schizzavano veloci come Ferrari. Il motore maggiorato non ci stava tutto, nel cofano, e così c’era un accrocchio, una molla, per tenerlo semiaperto. Non ricordo che l’avvocato Agnelli imponesse ai meccanici e ai benzinai di rifiutarsi di prestare servizio o fare il pieno di benzina.
PS. Certo è che Sky Go non ne fa una buona…leggi qui.