Presunta pirateria e libertà in rete. C’è del buono in Danimarca
12 Giugno 2009 Pubblicato da Pino Bruno
In Francia l’Hadopi è stata stoppata dalla corte costituzionale. In Italia l’emendamento D’Alia è stato cassato. Stavamo tirando un sospiro di sollievo quando è arrivata la doccia fredda del decreto sulle intercettazioni che, per quel che riguarda l’obbligo di rettifica, sembra equiparare i blogger ai direttori responsabili dei giornali. Riprendono così fiato gli integralisti. E se, a proposito della cosiddetta pirateria, il modello fosse quello danese?
A Copenhagen è in corso un dibattito molto acceso, che potrebbe sfociare nell’istituzione di un’Authority indipendente composta da esperti di internet. L’organismo avrebbe il compito di porre fine alle lunghe e frequenti dispute giudiziarie tra chi guadagna grazie al copyright e chi fa circolare contenuti multimediali con il peer-to-peer. In mezzo, tirati per la giacchetta, ci sono i provider, ai quali spesso si chiedono compiti da poliziotto. Anche loro avrebbero una rappresentanza nell’Authority. Chissà, forse in Danimarca si arriverà alla quadratura del cerchio, e potrebbe essere – ce lo auguriamo – una best practice per tutti.