Skype Translator, video traduzione simultanea. Babele ha i giorni contati?

Microsoft ci ha appena dato una lezione di futuro prossimo. Entro la fine dell’anno arriverà la prima versione di Skype Translator, che dovrebbe permetterci di video-conversare senza barriere linguistiche. Cioè, ognuno potrà parlare nella propria lingua, con la traduzione simultanea affidata alla macchina. Ce lo consentirà un mix di tecnologie che potrebbero essere maldestramente riassunte come “nuovi metodi di apprendimento neurale di rete”, oppure informatica linguistica. Un percorso complesso, che va avanti da molti anni, come il team di ricerca di Microsoft racconta sul suo sito ufficiale.

Roba da Star Trek. Non caso il vicepresidente di Skype, Gurdeep Pall, ha citato la serie televisiva degli anni Sessanta dopo aver video-chattato con Diana, una ragazza tedesca: “come si è visto dalla mia conversazione con Diana, siamo agli inizi di questa tecnologia, ma la visione di Star Trek per un traduttore universale non è a una galassia di distanza, e il suo potenziale è altrettanto emozionante come gli esempi di Star Trek”.

Il video diffuso da Microsoft mostra la conversazione ma in sottofondo e dunque non si ha la possibilità di cogliere appieno i risultati della conversazione tradotta. Gurdeep Pall parla in inglese e Diana in tedesco. Il sistema fa la traduzione vocale  e mostra il testo su schermo. Funziona? Dovremo attendere qualche mese per testare la prima release di Skype Translator.

Non a caso abbiamo usato il condizionale (…dovrebbe permetterci di video-conversare senza barriere linguistiche). Superare Babele è da sempre il sogno dell’umanità e negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi avanti in questa direzione. I traduttori automatici, però, sono ancora rozzi, imprecisi, deludenti. Quello più potente in circolazione – Google Translator – aiuta molto ma i risultati sono sempre maccheronici.

Skype Translator (non sappiamo ancora se sarà un servizio gratuito o a pagamento) viene da lontano. Dagli studi e dalle ricerche dello scienziato gesuita Roberto Busa, scomparso tre anni . “L’uomo che insegnava le lingue ai computer” è stato il precursore dell’informatica linguistica, un mix di umanismo e tecnologia che ha poi portato alla nascita di Google Translate e degli altri traduttori automatici.

“Un cinese e un italiano grazie al computer potranno un giorno dialogare tra di loro senza conoscere l’uno la lingua dell’altro e neppure l’inglese – affermava Roberto Busa in un’intervista rilasciata a Gino Banterla nel 2008 – il mio progetto di traduzione automatica si rivolge a quella infinità di persone  che hanno necessità di un mediatore linguistico preciso e versatile in un’epoca di grande mobilità in cui le porte del mondo sono costituite da un biglietto d’aereo”.

Sia ben inteso, il computer non fa le magie di Harry Potter – diceva lo scienziato – il lavoro degli esperti, dopo la potatura, è ancora lungo e impegnativo, perché i sistemi lessicologici variano tra lingue, argomenti e scrittori diversi. Prima di arrivare all’input-output italiano-cinese e cinese- italiano dobbiamo disporre di algoritmi che ci dicano, per esempio, quale è nelle due lingue la collocazione di un aggettivo rispetto a un sostantivo o di un verbo rispetto al soggetto. Solo allora i due file saranno come un Giano bifronte e il computer diventerà parlatore di lingue diverse. Lo stesso testo potrà essere immediatamente leggibile in tutte le altre lingue disciplinate”.

Babele, hai i giorni contati?