Dal giornalistese all’inglese. Per fortuna da noi c’è il D.O.P.
1 Aprile 2008 Pubblicato da Pino Bruno
- 1 Aprile 2008
- ATTUALITA', GIORNALISMI
- linguaggi, Rai
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In rete c’è la prima edizione, provvisoria, del dizionario giornalistese/inglese creato da Graeme Whitfield, caporedattore di Journal Live, quotidiano digitale di Newcastle. Il collega non ne poteva più di leggere sulla stampa britannica parole usate soltanto dai giornalisti, quasi un gergo a uso della categoria. La prima parola inserita nel dizionario è stata "tot", che i quotidiani usano spesso per definire un poppante, ma che nessuno si sognerebbe mai di utilizzare in una conversazione. Stesso destino per "to slam" utilizzato nel senso di "criticare", per "pact" inteso come "intesa politica" o per "snarled" come aggettivo per il traffico quando è particolarmente intenso. Da noi tira più o meno la stessa aria. Provate a chiedere a vostra madre cosa significa cartolarizzazione. Io non l’ho ancora capito. In compenso va segnalata una lodevole iniziativa della Rai, che ha messo in rete l’utilissimo Dizionario Italiano Multimediale e Multilingue d’Ortografia e di Pronunzia. Il famoso D.O.P. di Bruno Migliorini, Carlo Tagliavini e Piero Fiorelli – manuale obbligatorio per i giornalisti Rai di un tempo – è stato rielaborato dallo stesso Fiorelli con Tommaso Francesco Bòrri e adattato al web. La versione multimediale è stata ideata e diretta da Renato Parascandolo. Novantaduemila voci di lessico e nomi propri della lingua italiana, trentasettemila nomi propri e altre voci d’una sessantina di lingue diverse. Si digita la parola cercata, si legge e si ascolta la corretta pronunzia. Una risposta tutta italiana a Graeme Whitfield. A proposito, sul D.O.P. on line la parola cartolarizzazione non c’è.