BBC la tivù sul web come vuoi tu
24 Dicembre 2009 Pubblicato da Pino Bruno
La migrazione dei telespettatori verso la tivù on demand sul web diventa fenomeno da grandi numeri, in Gran Bretagna. La BBC percorre questa strada da molto tempo e i risultati dimostrano che il broadcast pubblico britannico è da prendere a esempio. Management giovane e innovativo più larga banda più software proprietario (iPlayer) uguale successo.
Nell’ultimo mese c’è stata una media di 180mila spettatori alle 22.30, per i programmi Web On Demand della BBC. Ventimila hanno visto la tivù su telefoni cellulari, palmari e smartphone. Dal dicembre 2007 ad oggi, ottanta milioni (!) di utenti web per i programmi televisivi Doctor Who, Strictly Come Dancing and Have I Got News For You. Top Gear è stato il programma più visto dell’anno, con una media di oltre cinque milioni di utenti unici alla settimana.
E’ una vera e propria rivoluzione dei costumi e delle abitudini dei britannici. Sono cifre che sottolineano la disaffezione sempre più marcata degli utenti nei confronti della dittatura degli orari e del telecomando. C’è chi vede la tivù sul tram o durante la pausa pranzo o nella sala d’attesa del dottore. Erik Huggers, direttore dei New Media della BBC, ritiene che il trend sia inarrestabile e in continua ascesa. Per questo il broadcast britannico sta per aumentare la disponibilità dell’iPlayer per nuove piattaforme e dispositivi.
Per offrire una tivù di qualità sul web, ovviamente, servono larga banda (quella vera!) e software (come iPlayer) in grado di armonizzare le esigenze di compressione e la fruibilità. Insomma, niente a che vedere con i quadratini e i rettangolini in cui appaiono i programmi che le televisioni pubbliche e private italiane oggi propongono su Internet.
Per fare questo è indispensabile una visione strategica governativa, concertata con tutti i protagonisti delle telecomunicazioni. Non a caso, sempre in Gran Bretagna, British Telecom annuncia che entro il 2012 sarà pronta l’infrastruttura web super veloce. Il quaranta per cento delle abitazioni sarà servito dalla banda fino a 100 megabit al secondo (Mbps), con il supporto per il video ad alta definizione.
E’ questo l’italico tallone di Achille. La (vera) larga banda viaggia sulla fibra ottica, non sul doppino di rame. Gli sbandierati due Megabit non sono banda larga bensì banda allargata, o meno stretta, e nessun CuboVision potrà eguagliare iPlayer (che per i britannici è gratis, compreso nel canone di abbonamento alla BBC), per qualità e versatilità.
D’altronde, scrive Alessandro Gilioli sull’Espresso “…non stupisce…che l’Italia sia l’unico paese europeo che non darà alla banda larga, e quindi al Web, le frequenze rimaste libere dopo il passaggio dalla tivù analogica al digitale terrestre”.
Insomma, teniamoci l’elettrodomestico di Eduardo.
Fonti: Digital Spy , Telegraph, The Times, Pocket Lint, Mobile Marketing News, BBC, L’Espresso.
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