eBook con il freno a mano
8 Gennaio 2010 Pubblicato da Pino Bruno
- 8 Gennaio 2010
- APPROFONDIMENTI, ATTUALITA', LIBRI
- apple, consumatori, e-book, editoria, kindle, LIBRI, linguaggi
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C’è molta confusione, sotto il cielo degli eBook. Tra qualche giorno Amazon sfornerà sul mercato internazionale il fratello maggiore di Kindle. Kindle Dx è più grande e accessoriato e costerà 489 dollari. Leggere i libri con questo reader dovrebbe essere un’esperienza gradevole e performante, grazie anche all’applicazione nativa per il formato PDF. Dunque nel 2010 l’eBook metterà i pantaloni lunghi? Passerà dall’infanzia all’adolescenza? Dovremo attendere Plastic Logic, per la maturità?
In ogni modo, Amazon ci crede. D’altronde qualche giorno fa ha annunciato con enfasi il sorpasso nelle vendite di libri digitali rispetto a quelli di carta. Prudenza e condizionale, comunque, non guastano. A raffreddare gli entusiasmi c’è il problema della compatibilità, al quale – per noi italiani – si aggiunge quello della lingua. Pochi, pochissimi, i titoli disponibili.
Ogni produttore di eReader tira il freno a mano del formato proprietario, ovvero Digital Rights Management (DRM). I libri acquistati su Amazon possono essere letti soltanto con il Kindle, che – a sua volta – non legge eBook comprati altrove. Certo, si può sempre craccare il dispositivo, ma a proprio rischio e pericolo.
Google Editions promette mirabilie. Il gigante di Mountain View ha stretto un’alleanza con Sony per mettere a disposizione degli utenti del suo reader i libri digitalizzati da Google Book Search. “Abbiamo fornito a Sony un milione di libri di pubblico dominio per il loro eReader – ha detto qualche tempo fa Santiago de la Mora, responsabile di Google Books per l’Europa – Abbiamo fatto lo stesso con Barnes and Nobles e, più recentemente, con Coolerbooks.com. Vogliamo rendere disponibili il maggior numero di libri al maggior numero di persone, nel maggior numero possibile di lingue”.
Gli editori, si sa, da questo orecchio non vogliono sentire. Dalla parte degli utenti – se si escludono i progetti di Google Editions – non si schiera nessuno. Chi se ne importa se un bibliomane è interessato a un titolo che si vende in formato digitale solo su Amazon. Ma lui, l’utente, ha acquistato un altro lettore… o viceversa. La guerra degli standard e dei formati proprietari non ha portato bene a musica e film, ma sembra che non si vogliano trarre lezioni dal recente passato. Con un’eccezione. L’International Digital Publishing Forum spinge per lo standard aperto .EPUB.
E’ un formato utilizzato per riprodurre in digitale testi e libri interi. Ciascun EPUB è composto da 3 file: il primo contiene le informazioni relative alla formattazione del contenuto (in XHTML), il secondo ne descrive la struttura (mediante un XML) ed il terzo altro non è che un archivio ZIP che contiene i primi due. C’è chi ci lavora già, anche in Italia.
Da prendere in considerazione, sul serio. Qui c’è qualche buona dritta. Quanto alle novità sui reader, c’è il prezioso inviato speciale a Las Vegas, Antonio Tombolini.
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