Energia: l’Italia eolica va a gonfie vele ma senza certificati verdi sono a rischio 25mila posti di lavoro
14 Giugno 2010 Pubblicato da RG
- 14 Giugno 2010
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- ecologia, energia, eolico, risparmio energetico, unione europea
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In dieci anni la produzione di energia eolica in Italia è passata da 282,55 a 4844,80 Megawatt. Siamo al terzo posto in Europa, dopo spagnoli e tedeschi, stando ai dati della European Wind Energy Association (EWEA). La capacità eolica complessiva europea dal 2009 al 2020 sarà di 230 Gigawatt, e la quota italiana si attesterà su 11,8 GW. Il trend è ostacolato soprattutto dalla burocrazia. Ci vogliono tre, quattro anni per avere i permessi. Poi, con l’ultima manovra economica, è arrivata anche la doccia fredda della penalizzazione dei certificati verdi.
Il provvedimento prevede che il Gestore dei Servizi Energetici non possa più acquistare i certificati verdi, dice Luciano Pirazzi, segretario scientifico dell’Associazione Nazionale dell’Energia del Vento. E’ un’iniziativa che contraddice altri decreti. La nuova misura, infatti, elimina l’unico meccanismo di garanzia del sistema di sostegno alle energie rinnovabili. Se approvata, farà crollare il valore dei certificati verdi con un effetto domino devastante. Ne risentiranno l’industria dell’eolico, gli investimenti in corso e l’occupazione. Vuol dire mettere a rischio 25.000 posti di lavoro, attualmente garantiti
in Italia dal mercato eolico e dal suo indotto, e minare uno dei pochi comparti anticiclici che hanno consentito in questo periodo di crisi la crescita dell’occupazione nel nostro paese.
Guardando più lontano – aggiunge Luciano Pirazzi – diventerà un problema riuscire a soddisfare entro il 2020 gli impegni sottoscritti dall’Italia con Bruxelles per le energie rinnovabili, pena pesanti sanzioni comunitarie.
Infine ci sono i limiti delle infrastrutture. La nostra rete elettrica è insufficiente per assorbire tutta l’energia prodotta con il vento. Dal 2008 in poi ci sono stati casi di modulazione interrotta, quando l’operatore della rete impone il blocco degli impianti eolici per evitare il surriscaldamento. La perdita di produzione provocata da questi arresti forzati del sistema è del dieci per cento. Energia che si getta via. Incredibile ma vero.