Francesi a rischio: su internet il kit per sopravvivere alle catastrofi
7 Luglio 2010 Pubblicato da Pino Bruno
- 7 Luglio 2010
- ATTUALITA', E-GOVERNMENT, GIORNALISMI, SCENARI DIGITALI
- E-GOVERNMENT, Francia, pubblica amministrazione, SICUREZZA
- 2 Commenti
I francesi, si sa, hanno la grandeur nel sangue. Tutto è très grande. Anche i rischi e le catastrofi, naturali e non. Ecco allora il Portale interministeriale per la prevenzione dei grandi rischi, sito governativo che propone ai cittadini come cavarsela in caso di guai seri. Ci sono quelli naturali: ciclone, canicola, freddo intenso, tempesta, incendio boschivo, valanga, inondazione, terremoto, frana, eruzione vulcanica, tsunami. Quelli tecnologici: incidenti in miniera, in fabbrica, nella centrale nucleare, rottura di una diga, trasporto di materiali pericolosi. Quelli sanitari: epidemia influenzale, epidemie epizootiche. Quelli provocati da tensioni politiche o etniche.
Il kit digitale per la sopravvivenza – dice il governo – si è reso necessario per diffondere la cultura del rischio, in un paese sconvolto, quest’anno, dalla tempesta Xinthia e dalle recenti inondazioni nella regione del Var. In sostanza – dice il ministro per l’ecologia, Chantal Jouanno, “lo Stato non può fare tutto. Non può costruire dighe in tutta la Francia, non può mettere sotto una campana di cemento tutte le industrie esistenti, non può impedire eventi come quelli nel Var. E’ necessario che ogni cittadino impari a difendersi”.
Si potrebbe aggiungere, che i francesi devono imparare a difendersi in patria e all’estero. Il parlamento di Parigi, infatti, sta esaminando un disegno di legge che prevede di presentare il conto a chiunque “si rechi senza giustificato motivo in zone pericolose anche se è stato avvertito sui rischi. Lo Stato può chiedere il rimborso totale o parziale delle spese sostenute per il salvataggio . Questa azione sarà inoltre intrapresa nei confronti di operatori del trasporto, compagnie di assicurazione e tour operator che hanno disatteso ai loro obblighi”.
In Francia c’è polemica, perché qualcuno ha pensato che la legge sia stata fatta ad hoc per i due inviati di France 3 Hervé Ghesquière e Stéphane Taponier, da sei mesi nelle mani dei talebani. “Non si applica ai giornalisti e a chi è impegnato in missioni umanitarie”, ha tagliato corto il ministro per gli esteri, Bernard Kouchner.
A scanso di equivoci, meglio imparare a sopravvivere, sul Portale dei grandi rischi.