Stiamo per diventare tutti cechi?
12 Febbraio 2009 Pubblicato da Pino Bruno
- 12 Febbraio 2009
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- censura, diritto all'informazione, intercettazioni
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Repubblica Ceca: primo passo proibire la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche. Secondo passo: giornalista condannata per non aver voluto rivelare le fonti. La corte di Appello di Praga ha confermato una decisione anteriore del 28 novembre 2008 che condannava la giornalista Sabina Slonkova a pagare una ammenda di 700 euro per “attentato alla vita privata”.
Nel febbraio 2008, il sito web Aktualne.cz aveva pubblicato, qualche giorno prima delle elezioni presidenziali, le immagine prese da una telecamera di sorveglianza piazzata intorno all’Hotel Savoy, nella capitale, che mostravano l’incontro tra Jiri Weigl, capo di gabinetto del presidente Vaclav Klaus, e Miloslav Slouf, un chiacchierato lobbista molto influente negli ambienti politici e finanziari.
Sabina Slonkova è molto conosciuta in patria per le sue inchieste sui rapporti tra politica e crimine organizzato e da tempo subisce pressioni a cuasa del suo lavoro. Nel 2002 era stato sventato un complotto che avrebbe portato alla sua uccisione. L’inchiesta aveva portato alla condanna di cinque individui, tra i quali anche un alto funzionario del ministero degli Esteri.
La recente decisione della corte di Appello avviene pochi giorni dopo che l’Assemblea nazionale ha votato una legge che prevede di proibire la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche effettuate dalla polizia, e la proibizione di pubblicare qualsiasi informazione relativa a tali intercettazioni. Coloro che contravverranno a tale legge saranno punibili a pene da uno a cinque anni di prigione, e a multe fino a 180mila euro.
fonti: Reporters sans frontières; Information Safety and Freedom