English: la lingua muore? E tu adotta una parola
1 Dicembre 2010 Pubblicato da Pino Bruno
- 1 Dicembre 2010
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Sono passati dieci anni, dalla prima apparizione sul web dell’Oxford English Dictionary, e ne è passata di acqua sotto i ponti della lingua e del linguaggio. Adesso c’è una nuova versione, con seicentomila parole e tre milioni di citazioni che attraversano il millenario cammino dell’inglese.
La storia delle parole, le parole della storia: è questo forse l’innesto più interessante del nuovo Oxford English Dictionary. Al significato delle parole si aggiunge un Thesaurus che permette ai lettori di seguirne l’evoluzione, nel corso dei secoli. Si scopre così che il termine “recessione” è stato usato per la prima volta nel 1606, per descrivere una “sospensione temporanea di lavoro o attività” e che soltanto nel 1903 ha avuto una contestualizzazione economica.
Questa e tante altre chicche, nel nuovo Oxford English Dictionary, al quale si accede gratuitamente da tutte le biblioteche pubbliche mondiali registrate, oppure sottoscrivendo un abbonamento.
Oxford University Press ha lanciato anche una singolare iniziativa, in difesa delle parole cadute in disuso, nel dimenticatoio dell’archeologia linguistica. Save The Words, ovvero adotta una parola per salvarla. Le parole sono il sale della vita di un popolo che parla la stessa lingua, che evolve con la cultura e le generazioni. Ne nascono tante, di nuove, ogni anno, ma perché far morire del tutto quelle che sono usate ormai da pochi?
Save The Words è un’operazione ardita e raffinata, una pagina animata con tecnologia Flash, piena di vecchie parole che scorrono sotto il mouse. Quando si fa clic sul termine prescelto, se ne legge la definizione e poi, inserendo la mail personale, si ottiene un certificato di adozione, che impegna l’utente a far rivivere la parola stessa. Insomma, a rimetterla in circolazione.
Save The Words è un’idea geniale, che i grandi editori italiani di dizionari dovrebbero emulare.
(Grazie a Eric, di Presse Citron)