Il Corriere del Mezzogiorno 24 luglio 2009
Il caso I legali: teatro bene pubblico, enti finora assenti
«Il caso Petruzzelli – spiega Paccione – è un esempio emblematico di come si possa mal gestire la cosa pubblica. Quel bene è inequivocabilmente di proprietà del Comune perché nasce su una piazza pubblica che come le strade, ai sensi del Codice dello Stato unitario vigente all’epoca della costruzione, è bene inalienabile ». La class action, che ha raccolto negli ultimi mesi più di 500 adesioni, condanna «il torto di massa che è stato compiuto nel momento in cui è stato firmato il protocollo di intesa ed è stato ricostruito un teatro con fondi statali, ma conservando la proprietà privata». Già nei mesi scorsi la class action aveva presentato diffida al sindaco di Bari, Michele Emiliano, e al ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi. «Visto che a quell’atto non abbiamo ricevuto alcuna risposta da parte degli enti coinvolti – continua Paccione – ora ci rivolgiamo al Tribunale civile. Non è ammissibile una simile situazione perché non è proprio possibile costruire con fondi pubblici un bene che viene considerato privato » .
I legali mettono in discussione anche il protocollo di intesa firmato nel 2002 che prevedeva un accordo tra gli enti pubblici e i Messeni Nemagna, gli eredi del teatro. «Le decisioni che sono state prese negli ultimi anni – continuano gli avvocati – non rispettano gli interessi della comunità. Che fino ad ora non è stata proprio presa in considerazione né rappresentata propriamente. Noi con questa azione legale ci sostituiamo al Comune e alla Provincia perché fino ad ora non hanno fatto nulla». La class action procedimentale è il primo caso in Italia e si prepara a seguire anche altri temi come il testamento biologico e l’immigrazione. Sulla questione interviene il legale della famiglia Messeni Nemagna, Ascanio Amenduni. «Se si arriverà in giudizio – spiega – potremo presentare le nostre deduzioni. Non dimentichiamoci che lo Stato ha dovuto procedere con l’esproprio per rendere il Petruzzelli pubblico, quindi vuol dire che veniva riconosciuto il suo essere bene privato. Poi c’è stata la revoca da parte della Corte Costituzionale che ha disposto il ritorno del bene alla famiglia proprietaria. Noi siamo pronti a presentare le nostre ragioni, ma per una sentenza definitiva ci vorranno forse dieci anni. Vale la pena perdere tutto questo tempo e ritardare un processo che sta arrivando a conclusione?».
Due giorni fa la famiglia ha inviato una nuova lettera al ministro Bondi e al sindaco Emiliano chiedendo la restituzione dei locali non teatrali passati al Comune in seguito all’esproprio dell’edificio e la rimozione di ogni opera difforme con quanto previsto dal protocollo di intesa del 2002. Intanto le chiavi del teatro saranno consegnate il 28 luglio, secondo quanto comunicato dal ministero, alla Fondazione lirico sinfonica. Dopo il certificato di agibilità ottenuto dalla commissione di vigilanza, il prossimo passo sarà il passaggio formale delle chiavi dalla ditta alla Fondazione. Che in questa maniera, in qualità di gestore, potrà chiedere il rilascio del certificato di prevenzione incendi. «La Fondazione è pronta ad assumersi questa responsabilità – ha commentato Emiliano all’indomani del via libera da parte dei vigili del fuoco -: non è facile esprimere il sentimento che provo, ma immagino sia lo stesso di tutti i baresi ». Per l’apertura ufficiale il primo cittadino pensa al 6 dicembre del 2009.
Samantha Dell’Edera