I giornali ri-scoprono la Class Action. Lo fa Repubblica Bari, il 19 aprile 2009, con questo articolo di Giuliano Foschini:
“Niente protocollo e terreno a noi” Petruzzelli, l´offensiva del sindaco: il Comune punta all´esproprio
GIULIANO FOSCHINI
Trovare una maniera per aprire il teatro subito. Ma soprattutto verificare chi è il proprietario del Petruzzelli: la famiglia o lo Stato. Il Comune di Bari sta valutando la possibilità di rescindere il protocollo d´intesa del 2002 siglato dall´ex sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia con la famiglia Messeni Nemagna, andando in autotutela. Nello stesso tempo l´amministrazione vuole verificare la possibilità di acquisire il suolo sul quale è stato costruito il teatro, sfruttando una postilla dell´accordo del 1896 tra il Comune e i proprietari. Per capire come muoversi il sindaco Michele Emiliano ha chiesto un parere legale all´ex direttore generale del Comune, l´avvocato Pierluigi Balducci: l´incarico è stato dato ufficialmente con una lettera protocollata il 24 dicembre scorso.
Balducci sta lavorando al parere e lo consegnerà nel giro di un mese. Dopodichè il Comune deciderà come muoversi. L´idea del sindaco è quella di andare dritti sulla strada: «Visto che da Roma ci stanno mettendo i bastoni tra le ruote – è il ragionamento che Emiliano ha fatto ai suoi – e il nostro unico obiettivo è quello di aprire il teatro, vediamo se possiamo fare tutto da soli». «D´altronde – spiega oggi il sindaco – è stato proprio il rappresentante del ministero a suggerirci la strada dell´autotutela». Il riferimento è alle dichiarazioni fatte più volte in consiglio di amministrazione dall´avvocato Mario Carrieri, quando fu lui stesso a suggerire al sindaco di valutando l´ipotesi dell´autotutela, annullando il protocollo e riprendendosi il suolo. Lo strumento è quello indicato dagli avvocati Luigi Paccione e Alessio Carlucci nella loro class action, e cioè sfruttare la clausola del vecchio contratto che ridava il suolo al Comune qualora i proprietari non avessero ricostruito il teatro tre anni dopo la distruzione. Sull´argomento, sul tavolo dell´avvocato Balducci, c´è anche la consulenza chiesta dall´allora sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia al costituzionalista Paolo Barile: il professore riteneva assolutamente possibile l´ipotesi.
c’è poi questa intervista, pubblicata sempre il 19 aprile 2009, al giurista Nicola Colaianni:
Il professor Colaianni spiega la procedura. “C´è già un parere favorevole poi accantonato”
Professor Nicola Colaianni, ma di chi è il teatro Petruzzelli?
«Della famiglia Messeni Nemagna. Ma ci sono degli aspetti da valutare».
Quali?
«Innanzitutto quello che dicono gli avvocati Paccione e Carlucci nella class action: nel contratto del 1896, con il quale il Comune concedette ai privati il suolo per costruire il teatro, è prevista la risoluzione automatica per l´effetto della mancata ricostruzione del teatro nel giro dei tre anni».
Ma il Petruzzelli è stato soltanto in parte distrutto dall´incendio.
«Questa è stata sempre la tesi della famiglia. Ma forse si dimentica un particolare non indifferente: dieci anni fa l´allora sindaco Di Cagno Abbrescia diede un incarico al professor Paolo Barile, uno dei più grandi costituzionalisti italiani, per avere indicato il procedimento di acquisizione del teatro a seguito dell´inadempimento della famiglia. Barile disse che il Comune doveva rientrare nel possesso del teatro, indicando anche la sequenza procedimentale».
Poi che successe?
«Quel parere fu messo in un cassetto e fu firmato il protocollo scandaloso del 2002 nel quale si chiudeva il contenzioso passato riconoscendo la proprietà della famiglia. Ma conta poco: non è stato ratificato da tutti gli organismi pubblici e inoltre si parlava di una Fondazione che non è mai stata costituita. Quella attuale è un´altra cosa».
Il Comune cosa dovrebbe fare, allora?
«Il problema della class action sono i tempi: per chiudere l´iter ci vuole tempo. Secondo me la via da seguire è quella dell´esproprio amministrativo, che può fare il governo e anche il comune. Ormai non ci si rende più conto del paradosso che abbiamo sotto gli occhi: nel 1896 il Comune di Bari diede gratis un terreno ai privati perché lo mettesse al servizio della collettività, organizzando spettacoli. E ora sono i privati che lo affittano allo Stato perché organizzi gli spettacoli».
(g.fosch.)