La scheda
Il teatro che fa rima con calvario
A chi appartiene il teatro Petruzzelli di Bari? E’ proprietà pubblica o privata? A quasi diciotto anni dall’incendio doloso – bruciato, non si sa da chi e perché – il teatro ottocentesco è stato ricostruito così com’era , dentro e fuori. Sono stati spesi circa sessanta milioni di euro. Soldi pubblici. Dovrebbe riaprire a marzo.
Class Action procedimentale
E’ uno strumento giuridico nuovo, elaborato da tre avvocati baresi, indipendenti da partiti e schieramenti politici, i quali hanno operato una sintesi tra l’istituto di origine anglosassone della “class action” e l’istituto italiano del diritto di cittadinanza sociale (legge n°241/1990) nell’orbita dei procedimenti amministrativi che coinvolgono negativamente una comunità indifferenziata di individui (nella fattispecie, tutti i contribuenti della Repubblica italiana). Alla “class action procedimentale” hanno aderito circa cinquecento cittadini, grazie al tamtam su internet. E’ la prima iniziativa del genere in Europa. Tende a riaffermare la proprietà pubblica del teatro, che è stato ricostruito con il denaro dei contribuenti italiani.
Pubblico o privato?
In data 29.01.1896 il Municipio di Bari ebbe a concedere ad Antonio Petruzzelli il diritto di occupazione gratuita e “in perpetuo” di ampia area di proprietà comunale al fine di costruirvi un Politeama sotto l’osservanza dei patti, clausole e condizioni racchiusi nelle deliberazioni consiliari.
Il contratto prevedeva che, in ipotesi di incendio o di altro evento distruttivo, il concessionario avrebbe dovuto provvedere all’esecuzione di opere di ricostruzione entro il termine triennale dall’evento, sotto sanzione, in caso di inadempimento, della perdita di ogni diritto -obbligatorio e/o reale- sull’intero complesso immobiliare realizzato su suolo pubblico (art. 5 dell’atto di concessione).
Incendio: 1991 Ricostruzione: 2009 Uguale: decadimento della proprietà degli eredi di Antonio Petruzzelli.
Tesi rafforzata dal fatto che nessuna legge speciale del tempo consentiva al Comune di Bari di rilasciare concessione di occupazione gratuita e in perpetuo di incommerciabile bene d’uso pubblico e di bene patrimoniale, con costituzione di gratuito e perpetuo diritto superficiario in favore di privato.
Contratto nullo, quello del 1896, sostengono i legali promotori della class action procedimentale.
Accordo maldestro. Esproprio maldestro
Purtroppo le ingarbugliate vicende giudiziarie e amministrative conseguenti all’incendio sono state sempre scandite dalla affermazione, di tutte le parti in causa, circa la natura privatistica del bene immobile.
Nel 2002 le amministrazioni pubbliche e gli eredi di Petruzzelli si accordarono per la ricostruzione. Ministero per i Beni Culturali, Regione Puglia, Provincia e Comune di Bari accettarono così supinamente di riconoscere la proprietà privata del taetro. Per i promotori della class action procedimentale anche questo protocollo di intesa è da ritenere nullo da punto di vista legale.
Nel 2006 il Governo, con procedura d’urgenza (quindici anni dopo il rogo!), emanò un decreto di espropriazione del teatro, riconducendone la proprietà al Comune. Nel 2008 la Corte Costituzionale sancì l’illegittimità della legge, per l’insussistenza dei presupposti straordinari di necessità e di urgenza.
Lo stato delle cose
Ricapitolando, abbiamo un teatro ricostruito con soldi pubblici che frutta denaro ai (presunti) proprietari privati (canone di affitto, eccetera). E’ un torto di massa subito dai contribuenti italiani, sostengono i promotori della class action procedimentale, che – tra l’altro – hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari e presentato una diffida nei confronti del ministro per i Beni Culturali, Sandro Bondi, del sindaco di Bari, Michele Emiliano, e del presidente della Fondazione Lirico – Sinfonica del Petruzzelli e dei Teatri di Bari (lo stesso Emiliano).
Non vedo, non sento, non parlo
Silenzio assordante delle istituzioni. Nessuna risposta alla diffida e alla class action procedimentale. Tali iniziative sono state pressocchè ignorate dagli organi di informazione cittadini, con la sola eccezione della Gazzetta del Mezzogiorno. Un’azione di cittadinanza attiva che, evidentemente, a pochi mesi dalle elezioni amministrative, disturba i manovratori palesi e occulti di questa brutta vicenda.
17 gennaio 2009