“Ormai l’infrastruttura esistente, basata principalmente su DSL, inizia ad essere inadeguata alle nuove esigenze. In mancanza di interventi decisi, anche da parte del governo, c’è il rischio di ampliare il digital divide, anziche’ ridurlo”. Parola di Stefano Lorenzi, amministratore delegato di Alcatel-Lucent, che oggi a Parigi ha partecipato all’Innovation Day organizzato dal suo gruppo.
Quel che rimane oggi del Piano Socrate, in via Arcidiacono Giovanni a Bari. E’ anche pericoloso, perchè i passanti inciampano.
Il destino nel nome? Aver chiamato il progetto che negli anni novanta avrebbe dovuto cablare l’Italia come il filosofo greco condannato a morire ingerendo la cicuta, avrebbe dovuto mettere tutti in guardia. Il Piano Socrate ci è costato (e ci costa ancora) tredicimila miliardi di vecchie lire, stando ai documenti ufficiali. Impegno infrastrutturale faraonico. Città
Il Politecnico di Valencia ha battuto il record mondiale di trasmissione dati in modalità multimode. I ricercatori spagnoli dell’Istituto per le telecomunicazioni e la tecnologia multimediale (iTeam) hanno raggiunto un Terabit al secondo per chilometro di fibra ottica.
La Tv convenzionale è morta. Viva la Tv, dice la BBC che annuncia: “tra qualche mese BBC1, l’ammiraglia della rete pubblica britannica, trasmetterà in chiaro in Internet streaming. Per la prima volta dopo quarantaquattro anni, i telespettatori potranno scegliere se vedere i programmi sul televisore o sul monitor.
Cuba è circondata dalla fibra ottica che però non può usare, perchè è di proprietà statunitense. Il viceministro delle comunicazioni, Boris Moreno, dice che i limiti esistenti per l’uso di Internet non sono politici bensì tecnologici e finanziari.
Basta con l’intensa frequentazione dei siti Internet sportivi durante l’orario di lavoro. E’ uno dei primi provvedimenti della neo-ministra spagnola della Difesa, Carmen Chacon. Non per censura, ma perchè la visione dei programmi sportivi sul web intasa la banda a disposizione e crea disservizi.
Paradossi del web. In Gran Bretagna il successo dei programmi on line della BBC sta mettendo in ginocchio la rete. L’eccesso di accessi – mi si passi il gioco di parole – e il conseguente rallentamento del traffico hanno fatto scendere sul piede di guerra la potente associazione dei provider. A questo punto, dicono i
C’è Italia e Italia, ovviamente, per quel che riguarda la diffusione della larga banda. In Trentino entro la fine di giugno quasi tutto il territorio sarà coperto da reti Wi-Fi e dunque si potrà ovviare alla mancanza di connessioni Adsl. E’ prevista l’installazione di 750 stazioni radio, i cui lavori di allestimento sono partiti il
La Danimarca, la Finlandia, i Paesi Bassi e la Svezia sono i leader mondiali per diffusione della banda larga, con punte di penetrazione del trenta per cento alla fine del 2007: è quanto si legge nella tredicesima relazione della Commissione europea sui mercati europei delle comunicazioni elettroniche. In questi paesi, e nel Regno Unito, in
Il problema italiano “più grave”? Il digital divide, ha detto qualche giorno fa Jacques Attali a Milano, al forum sull’Innovazione Digitale promosso da IDC – Analyze the Future. L’economista-storico-filosofo, consigliere del presidente Sarkozy per le riforme, ha aggiunto che nelle aree rurali italiane la banda larga arriva con il contagocce, due terzi in meno rispetto