Sarà un caso, ma se uno fa il sottosegretario con delega all’editoria, la prima cosa che gli viene in mente è cercare di mettere lacci e lacciuoli a Internet. Ci aveva già provato nel 2008 Ricardo Franco Levi (PD). Vuole riprovarci Giovanni Legnini (anche lui PD), che oggi sul Corriere della Sera la spara grossa. Dice
A volte (purtroppo) ritornano. La legge ammazza-blog sta per spuntare di nuovo in Parlamento, al seguito delle proposte PdL per le intercettazioni. I dettagli non sono ancora noti ma le avvisaglie sono preoccupanti, poiché l’idea è quella di rifarsi alla vecchia proposta Alfano del giugno 2009, approvata poi dal Senato nel 2010 e quindi finita nel dimenticatoio della Camera nell’ottobre 2011. Il primo
Cinque blogger libici, sottoposti a tortura durante il regime di Gheddafi, testimonieranno a Parigi nel processo contro l’azienda Amesys, filiale del gruppo informatico francese Bull. L’accusa è pesante: complicità nelle torture ai danni degli oppositori, rintracciati grazie alle apparecchiature di sorveglianza digitale fornite da Amesys. L’inchiesta sembrava destinata all’archiviazione, ma la corte d’appello di Parigi ha
Cornuto e mazziato, si potrebbe dire a proposito della condanna a nove mesi di reclusione, ventimila euro di risarcimento e duemila euro di spese legali inflitta al blogger romano Massimiliano Tonelli. Cosa avrà mai fatto di così grave? Lo racconta lo stesso Tonelli sul blog che (almeno questo ci è stato risparmiato) non è stato
“La Fnsi chiama i giornalisti e tutti i cittadini interessati a difendere il diritto ad una corretta informazione a partecipare al presidio organizzato a Roma per oggi martedì 23 ottobre, dalle ore 17.30 alle 19.00, al Pantheon, in contemporanea con l’arrivo in aula del disegno di legge sulla riforma della diffamazione a mezzo stampa. I
E pensare che credevo di fare il blogger/giornalista, da dodici anni. E invece no, ho soltanto cazzeggiato[1], e per questo chiedo scusa ai circa duemila lettori (media Google Analytics) che ogni giorno danno uno sguardo (o riescono ad arrivare fino all’ultima riga) ai miei post. Già, perché ieri – con lo sbarco in pompa magna
(via LSDI) I giornali online non hanno l’ obbligo di registrare la propria testata in Tribunale in quanto non rispondono alle condizioni ritenute essenziali dalla Legge 47 del 1948 per definire un prodotto stampa. E’ la sintesi delle motivazioni con cui la Corte di Cassazione ha annullato la condanna per stampa clandestina inflitta a Carlo Ruta dal Tribunale di Modica
Quattro anni fa ho cominciato a raccontarvi a puntate le vicissitudini giudiziarie del blogger e storico siciliano Carlo Ruta, condannato per il reato di stampa clandestina e diffamazione a mezzo stampa. Il blog Accadde in Sicilia fu oscurato in seguito ad una denuncia dell’allora procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, che si riteneva danneggiato
I blogger, si sa, lavorano soprattutto per la gloria. Volontariato dell’informazione, potremmo dire. Non possono permettersi di pagare i diritti d’autore per foto e immagini che corredano i testi. D’altronde è scorretto approfittare del lavoro altrui. Per soddisfare etica e necessità ci sono le immagini messe a disposizione dagli autori sotto licenza Creative Commons. Cioè, non mi
Suona il sax di Edward “Sonny” Stitt la nuova versione di WordPress 3.3, la più duttile piattaforma gratuita di Personal Publishing e Content Manager System mai inventata, per la felicità di sessantacinque milioni di blogger. A prima vista non sembra il solito aggiornamento di assestamento, come quelli immediatamente precedenti. Qui cambiano molte cose, in meglio,
Pier Luca Santoro, sul Giornalaio, lancia il progetto di elaborazione di un codice di autodisciplina di chi diffonde informazioni sulla Rete, “prima di restare schiacciati non solo sotto il peso dell’ infobesità ma anche di quello delle bufale”. La vicenda della presunta morte di Paolo Villaggio e una inchiesta del Guardian. Sabato la Rete è