Il dibattito sulla legge Hadopi continua a infiammare la Francia. Dopo la bocciatura della prima versione del provvedimento liberticida, da parte della Consiglio di Stato (la corte costituzionale di Parigi), il governo ha messo a punto un nuovo disegno di legge che andrà all’esame del Senato l’8 luglio. Secondo indiscrezioni, anche il nuovo testo sarebbe
Fa un pò rabbrividire l’articolo di John Gapper sul Financial Times di qualche giorno fa. Già il titolo rende l’idea: Technology is for revolution (and repression). E’ ispirato dalla rivolta contro il regime iraniano e arriva alla conclusione che Twitter e gli altri social network potrebbero un giorno rivelarsi boomerang nei confronti degli utenti che
Si chiama La Strada (Khyaban) ed è il primo giornale iraniano libero, che gira clandestinamente su internet. Quattro pagine a colori uscite per la prima volta il 29 Khordad 1388 secondo il calendario persiano, il 19 giugno 2009 per quello gregoriano. Copia del giornale in pdf è stata recapitata, dopo lunghi e tortuosi viaggi in
Non c’è solo Twitter. In Iran il web serve anche la repressione. L’agenzia di stampa semi-ufficiale, Farsnews, ha aperto una sezione chiamata “denunciate i vandali”.
Twitter ha rinviato la manutenzione programmata, su invito della Casa Bianca, per evitare di spezzare il fil rouge che anima la protesta iraniana. I media di tutto il mondo sottolineano il ruolo strategico del social network essenziale e minimalista.
In Francia l’Hadopi è stata stoppata dalla corte costituzionale. In Italia l’emendamento D’Alia è stato cassato. Stavamo tirando un sospiro di sollievo quando è arrivata la doccia fredda del decreto sulle intercettazioni che, per quel che riguarda l’obbligo di rettifica, sembra equiparare i blogger ai direttori responsabili dei giornali. Riprendono così fiato gli integralisti. E
Lorenzo Del Boca e Enzo Iacopino, presidente e segretario del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, hanno così commentato l’approvazione del provvedimento sulle intercettazioni.
Un vizietto si aggira per il mondo. Censurare chi non la pensa come chi è al governo. Alla Cina il gioco risulta facile. Hanno decenni di consuetudine. Comunisti, direte voi. Già, ma il vizietto si espande più dell’influenza suina. A quale recentissimo DDL vi fa pensare questa notizia che arriva da Pechino?
Un appello unitario al Parlamento a modificare il provvedimento, unito ad una serie di critiche nel merito al testo, e’ arrivato dalla Federazioni degli editori e dalla Federazione della stampa, per le quali il Ddl viola “il fondamentale diritto della liberta’ d’informazione, garantito dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.
Non perdetevi questo video di Neurovisione sulle intercettazioni. Con il nuovo decreto legge sarà bannato.
L’Hadopi è stata bocciata dalla Corte Costituzionale francese. La legge liberticida che costringeva i provider a estromettere dalla rete gli utenti che scaricavano musica e film protetti dal copyright non è più valida. Doccia fredda per i lobbisti delle major discografiche e cinematografiche, che facevano leva sull’Hadopi per indurre gli altri governi europei a seguire