Sei un geek in cerca di un buon libro da mettere in valigia? Quello adatto è senz’altro “Cyber China” di Qiu Xiaolong, edito in Italia da Marsilio (315 pagine, 15 euro; 9,99 in formato Kindle). Un buon thriller, che tiene il lettore sulla corda dalla prima all’ultima pagina, e poi una buona chiave di lettura della complessa
Scrivevo, l’8 giugno scorso, che i suicidi degli operai nelle fabbriche cinesi in cui si costruiscono i bellissimi oggetti Apple “sembrano storie di altri tempi”… storie eversive, che vorremmo allontanare da noi, scacciare come fossero mosche. E invece la realtà supera la fantasia. Nel 2010 i funzionari di Apple hanno trovato novantuno bambini impiegati illegalmente in
Il Quotidiano del Popolo, organo del partito comunista cinese, fondato nel 1948 da Mao Zedong, prevede di quotare il suo sito web all’inizio di quest’anno presso la Borsa di shanghai, per 91 milioni di euro. Lo riferisce il quotidiano in lingua inglese China Daily. Il sito people.com.cn dovrebbe essere il primo di una dozzina di
“Attenzione. La sua connessione a internet è stata utilizzata per commettere atti che potrebbero aver violato il codice penale”. Duemila avvertimenti come questo sono inviati ogni giorno ad altrettanti utenti francesi della rete, sospettati di aver scaricato brani musicali e/o film e libri protetti dal diritto d’autore. E’ il primo effetto della contestatissima legge Hadopi,
Una volta tanto i cinesi non l’hanno fatta grossa. Hanno soltanto imitato i francesi, maestri di ogni tipo di autarchia sciovinista. La decisione del governo cinese di proibire parole e abbreviazioni in inglese “per salvaguardare la purezza” della lingua locale, mi ha fatto tornare in mente il film “La chinoise” di Jean Luc Godard (1967).
Broadcasting Ourselves 😉 è il blog di YouTube dedicato a chi si batte in difesa dei diritti umani nei paesi in cui non la democrazia non c’è oppure scarseggia. Sul canale CitizenTube arrivano video filmati direttamente dai protagonisti delle manifestazioni e delle azioni contro i regimi autoritari. Dall’Iran, dalla Cina, da Cuba, dal Kazakistan ma
Sembrano storie di altri tempi, quando ci s’indignava per i bambini del terzo e quarto mondo, costretti a cucire palloni di calcio e scarpe sportive per dodici, tredici ore al giorno. Ieri palloni e scarpe. Oggi gadget, computer e telefoni cellulari. Sembrano storie eversive – nel giorno in cui tutto il mondo celebra la nuova
Fino a qualche anno fa su Bill Gates circolavano più barzellette che sui carabinieri. Era il potente, incontrastato, padrone del mondo digitale. Microsoft sembrava un treno lanciato verso il futuro, inarrestabile. Oggi il colosso del software è sotto attacco costante e paga il prezzo delle falle alla sicurezza dei suoi sistemi operativi e del suo
“Vogliamo vivere in un mondo dove esiste un solo Internet o in un mondo dove le informazioni a cui abbiamo accesso, la conoscenza a cui abbiamo accesso dipende dal paese in cui viviamo?”. Chi parla non è un esponente del partito svedese dei pirati, bensì il consigliere del segretario di Stato per l’Innovazione, Alec Ross.
Devono davvero preoccuparsi gli utenti di Internet Explorer? E’ così grave la falla riscontrata nel browser più diffuso al mondo? Si, stando all’allarme diffuso dal Bundesamt fuer Sicherheit in der Informationstechnik (BSI), l’Authority tedesca per la sicurezza digitale. Dice il BSI che “..la vulnerabilità consente ai pirati di iniettare codice maligno attraverso una pagina Web
In Cina sanno bene che google è la parola del decennio. Anche lì – nonostante il leader del mercato sia il motore Baidu – non possono farne a meno. Per questo hanno cercato di edulcorarlo, accordandosi con la multinazionale per impedire l’accesso ai contenuti hard (cioè Tibet, Dalai Lama, diritti civili, dissenso, eccetera). Nel 2006