La maggioranza di centrodestra all’Assemblea nazionale francese ha approvato ieri la legge Hadopi 2, che punisce severamente i download illegali di musica e film. Il provvedimento passerà al Senato, ma sembra cosa fatta. L’opposizione ha comunque preannunciato un nuovo ricorso alla Corte costituzionale, che aveva già bocciato la prima stesura della legge.
E’ una brutta giornata per la libertà in rete. L’assemblea nazionale francese ha approvato la cosiddetta Hadopi 2, la legge che punisce severamente chi scarica illegalmente da Internet file multimediali. Il provvedimento entrerà in vigore a ottobre.
Gli aggregatori di news non sono mai troppi. Quelli specializzati, poi, sono particolarmente apprezzabili. Il Bloggatore, ad esempio, è un ottimo approdo per chi bazzica il mondo digitale. Mette insieme le news più significative postate dai blogger che si occupano di informatica.
Mixare le notizie aiuta a capire meglio. Il traffico mondiale su Internet è in forte ascesa, ma solo un italiano su due è in rete.
La Posta Elettronica Certificata (PEC) all’italiana appare sempre più un monstre giuridico-burocratico. La Cec-Pac (Comunicazione elettronica certificata tra PA e cittadino), poi, sembra fatta apposta per complicare la vita del cittadino digitale. Oggi il Corriere delle Comunicazioni torna sull’argomento, affrontato in questo blog il 17 agosto scorso.
La direzione generale della Società dell’informazione e dei media della Commissione europea ha lanciato un bando di gara d’appalto per uno studio a sostegno della definizione di un partenariato tra pubblico e privato (PPP) sull’Internet del futuro.
Dopo la Svezia ( e il Parlamento europeo), la Francia. Il Partito dei pirati debutta nell’agorà della politica e presenta un suo candidato alle elezioni legislative parziali del 20 settembre nella decima circoscrizione di Yvelines. Se dovesse andar bene, i difensori della libera circolazione della cultura e dell’informazione in rete potrebbero entrare nel Parlamento di Parigi.
Quando la Tortuga viene espugnata, meglio trasferirsi altrove. Non si faceva lo stesso ai tempi di Long John Silver? Così The Pirate Bay si fa beffe dell’ordine di chiusura imposto dalla giustizia svedese. Chiude i battenti per qualche ora e poi riapre. Per quanto tempo? Non si sa. Speriamo il più a lungo possibile, perché
Il conflitto di interessi sembra evidente, così come sembra più una storia italiana che americana, il rifiuto opposto da Apple a Google Voice. “Non approvazione” è il bizantinismo scelto dalla Mela. L’applicazione serve per telefonare con l’iPhone senza passare per le forche caudine – e i costi salati – dei gestori telefonici. AT&T, nella fattispecie.
Nasce la santa alleanza contro Google Books. Il progetto di digitalizzazione globale dei libri, che adesso attrae anche le grandi biblioteche nazionali europee, non piace a Microsoft, Yahoo e Amazon. Open Book Alliance sarebbe animata da nobili finalità. Il patrimonio culturale dell’umanità – dicono le tre neo sorelle – non può finire sottochiave nei server
L’internet intelligente – quella cattiva – e l’internet stupida – quella buona. Magnus Eriksson, a cui si deve buona parte del successo del Pirate Party svedese, racconta oggi alla Repubblica delle donne la visione libertaria che è diventata manifesto politico dei pirati svedesi. Il Pirate Party è presente nel Parlamento europeo e adesso si prepara