Fa un pò rabbrividire l’articolo di John Gapper sul Financial Times di qualche giorno fa. Già il titolo rende l’idea: Technology is for revolution (and repression). E’ ispirato dalla rivolta contro il regime iraniano e arriva alla conclusione che Twitter e gli altri social network potrebbero un giorno rivelarsi boomerang nei confronti degli utenti che
In Francia l’Hadopi è stata stoppata dalla corte costituzionale. In Italia l’emendamento D’Alia è stato cassato. Stavamo tirando un sospiro di sollievo quando è arrivata la doccia fredda del decreto sulle intercettazioni che, per quel che riguarda l’obbligo di rettifica, sembra equiparare i blogger ai direttori responsabili dei giornali. Riprendono così fiato gli integralisti. E
Un vizietto si aggira per il mondo. Censurare chi non la pensa come chi è al governo. Alla Cina il gioco risulta facile. Hanno decenni di consuetudine. Comunisti, direte voi. Già, ma il vizietto si espande più dell’influenza suina. A quale recentissimo DDL vi fa pensare questa notizia che arriva da Pechino?
All’Unione Europea non basta che Windows 7 arrivi sui computer del vecchio continente senza Internet Explorer. Secondo la Commissione, Microsoft dovrebbe invece offrire un ventaglio di opzioni tra i browser più gettonati. Dunque IE ma anche Firefox, Chrome, Safari, Opera. La UE ha inoltre deciso di lanciare un’altra sfida all’America, per ridimensionare il ruolo egemone
Un appello unitario al Parlamento a modificare il provvedimento, unito ad una serie di critiche nel merito al testo, e’ arrivato dalla Federazioni degli editori e dalla Federazione della stampa, per le quali il Ddl viola “il fondamentale diritto della liberta’ d’informazione, garantito dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.
Non perdetevi questo video di Neurovisione sulle intercettazioni. Con il nuovo decreto legge sarà bannato.
Il neologismo è orrendo ma l’utilità indubbia. Da oggi il preventivatore unico delle tariffe RC auto può farsi beffe delle pubblicità più o meno ingannevoli delle compagnie assicuratrici.
Forse è stata l’unica vera novità di queste sonnacchiose elezioni europee. Parlo dei pirati svedesi, ovviamente, che hanno conquistato un seggio a Strasburgo. Molti giornali italiani hanno relegato la notizia tra le curiosità. Light news. Claes Lönegård, giornalista del settimanale svedese Fokus tratteggia invece un profilo molto serio. La libertà della rete – lo dimostra la
L’Hadopi è stata bocciata dalla Corte Costituzionale francese. La legge liberticida che costringeva i provider a estromettere dalla rete gli utenti che scaricavano musica e film protetti dal copyright non è più valida. Doccia fredda per i lobbisti delle major discografiche e cinematografiche, che facevano leva sull’Hadopi per indurre gli altri governi europei a seguire
E’ singolare che Facebook se ne freghi ampiamente della legislazione extra-Usa e poi ricorra alla norme italiane per combattere il cybersquatting a suo danno. Così il Centro Risoluzione Dispute Domìni ha restituito al social network l’indirizzo http://www.facebook.it registrato a nome di tale John Michael Preston. Un caso evidente di accaparramento, ha sentenziato il CRDD, un
In Svezia vince il peer to peer. La sentenza di condanna del tribunale di Stoccolma nei confronti dei promotori di The Pirate Bay ha avuto un effetto boomerang. Svezia versus Francia. Free Internet contro Hadopi. In Italia il tema è stato preso sottogamba, quasi assente dalla campagna elettorale per le europee. Eppure proprio a Bruxelles