Prima di commentare la condanna del soldato Bradley Manning[1], la “gola profonda” di Wikileaks, ognuno di noi dovrebbe vedere o rivedere il video Collateral Murder, uno dei tantissimi documenti riservati consegnati all’organizzazione di Assange. Il filmato (quattordici milioni di visualizzazioni solo su YouTube) documenta l’assassinio del giornalista della Reuters Namir Noor-Eldeen e del suo autista Saeed
Se un soldato viene a conoscenza di un crimine di guerra commesso dai suoi commilitoni deve denunciarlo oppure no? In fondo questo ha fatto il soldato Bradley Manning, analista informatico in Iraq per il Sensitive Compartmented Information Facility dell’esercito degli Stati Uniti. Il militare ha passato a Wikileaks un video che poi ha fatto il giro
Se il risarcimento per diffamazione richiesto al giornalista è sproporzionato, eccessivo, si vìola la libertà di espressione garantita dall’articolo 10[1] della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. La decisione del 22 novembre scorso della Corte europea per i diritti dell’uomo (ricorso n. 41158/09, Koprivica contro la Repubblica del Montenegro)
Per fortuna l’impegno sociale di George Clooney non è inficiato dalla relazione sentimentale con la protagonista degli ultimi cinepanettoni e dagli spot per la poco etica multinazionale Nestlè. Ieri su Time il figlio del grande giornalista Nick Clooney ha lanciato un progetto per vigilare, attraverso i satelliti, sulle violazioni dei diritti umani in Sudan.
Ci fossero stati i social network, al tempo del processo di Norimberga! Al passo con la storia, il Tribunale penale internazionale dell’Aja per i crimini nella ex Jugoslavia. Il sito istituzionale, ben fatto, non era sufficiente per comunicare la coraggiosa attività dei giudici. Ecco allora un account su Twitter e un canale su YouTube.