Che vi dicevo ieri mattina? L’aria che tira nel mondo editoriale è cambiata. Il direttore del Financial Times, Lionel Barber, è stato facile profeta, quando ha detto che “..nel giro di un anno quasi tutte le testate giornalistiche applicheranno delle tariffe per i contenuti on line“. Adesso anche l’Associated Press sceglie la linea dura per
“Nel giro di un anno quasi tutte le testate giornalistiche applicheranno delle tariffe per i contenuti on line”, dice il direttore del Financial Times, Lionel Barber. Barber illustra la sua tesi in un articolo del Guardian i cui contenuti sono proposti in italiano dal sito Libertà di stampa e diritto all’informazione.
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Il 14 luglio in Francia sarà festa nazionale, per ricordare la presa della Bastiglia e la caduta dell’Ancien régime. In Italia ci sarà (speriamo che ci sia ampia partecipazione) lo sciopero dei blogger, per protestare contro i prodromi di un Nouveau régime – quello introdotto dal DDL Alfano – e, in particolare, contro le disposizioni
Fa un pò rabbrividire l’articolo di John Gapper sul Financial Times di qualche giorno fa. Già il titolo rende l’idea: Technology is for revolution (and repression). E’ ispirato dalla rivolta contro il regime iraniano e arriva alla conclusione che Twitter e gli altri social network potrebbero un giorno rivelarsi boomerang nei confronti degli utenti che
Si chiama La Strada (Khyaban) ed è il primo giornale iraniano libero, che gira clandestinamente su internet. Quattro pagine a colori uscite per la prima volta il 29 Khordad 1388 secondo il calendario persiano, il 19 giugno 2009 per quello gregoriano. Copia del giornale in pdf è stata recapitata, dopo lunghi e tortuosi viaggi in
E ci credo che Nightjack fosse sempre sulla palla della nera, con il suo blog (ormai chiuso). Bruciava sul tempo e sulla notizia i cronistacci con le croste, quelli che anche al tempo di internet consumano le suole a cercare il fatto. Nightjack era allo stesso tempo fonte e divulgatore, perchè di mestiere fa (faceva?)
Twitter ha rinviato la manutenzione programmata, su invito della Casa Bianca, per evitare di spezzare il fil rouge che anima la protesta iraniana. I media di tutto il mondo sottolineano il ruolo strategico del social network essenziale e minimalista.
In Francia l’Hadopi è stata stoppata dalla corte costituzionale. In Italia l’emendamento D’Alia è stato cassato. Stavamo tirando un sospiro di sollievo quando è arrivata la doccia fredda del decreto sulle intercettazioni che, per quel che riguarda l’obbligo di rettifica, sembra equiparare i blogger ai direttori responsabili dei giornali. Riprendono così fiato gli integralisti. E
Un vizietto si aggira per il mondo. Censurare chi non la pensa come chi è al governo. Alla Cina il gioco risulta facile. Hanno decenni di consuetudine. Comunisti, direte voi. Già, ma il vizietto si espande più dell’influenza suina. A quale recentissimo DDL vi fa pensare questa notizia che arriva da Pechino?
Un appello unitario al Parlamento a modificare il provvedimento, unito ad una serie di critiche nel merito al testo, e’ arrivato dalla Federazioni degli editori e dalla Federazione della stampa, per le quali il Ddl viola “il fondamentale diritto della liberta’ d’informazione, garantito dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.