Non perdetevi questo video di Neurovisione sulle intercettazioni. Con il nuovo decreto legge sarà bannato.
C’è un nuovo libro di Beppe Lopez: “GIORNALI E DEMOCRAZIA” (Glocal Editrice). Sottotitolo: “Analisi del degrado dell’informazione in Italia, partendo dallo spartiacque della fine degli anni Settanta e dalla vicenda-metafora del primo quotidiano locale moderno e popolare: il Quotidiano di Lecce”.
Dario D’Elia segnala oggi su Tom’s Hardware Guide una utile iniziativa dell’Unione Europea. E’ il sito PressEurop, sul quale si possono leggere gli articoli, tradotti in dieci lingue (c’è anche l’italiano) pubblicati da circa 250 autorevoli quotidiani di tutto il mondo.
“Io temo che in Italia oggi si possa installare un elettrofascismo che mi dispiacerebbe totalmente. Questo processo si fermerà solo quando la forza del pubblico, delle persone, sarà maggiore. Ma questo pubblico deve svegliarsi”. E’ un passaggio dell’intervista di Derrick de Kerckhove a Valerio Ceva Grimaldi, oggi, sul quotidiano ecologista Terra. Il sociologo parla di
“…perchè fa ridere? Perchè nessuno legge più i giornali? Per questo? E’ solo un articolo, è solo una tempesta di due giorni e poi ci si incarteranno le uova? Sai, malgrado i pettegolezzi e le illazioni, io credo che i lettori conoscano la differenza tra una notizia vera e una balla, e sono
Uno che di intercettazioni si intende, l’ex pm Gianrico Carofiglio, oggi affermato scrittore e senatore democratico, dice la sua in un’intervista a Peter Gomez, sull’Espresso di questa settimana. A proposito delle manette ai giornalisti, Carofiglio indica una strada impervia ma – a quanto pare – inevitabile: “Quello che dispiace è che per far emergere il
Repubblica Ceca: primo passo proibire la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche. Secondo passo: giornalista condannata per non aver voluto rivelare le fonti. La corte di Appello di Praga ha confermato una decisione anteriore del 28 novembre 2008 che condannava la giornalista Sabina Slonkova a pagare una ammenda di 700 euro per “attentato alla vita privata”.
Ricevo e pubblico volentieri questo intervento di Pino Nicotri, che ho letto nella newsletter di Senza Bavaglio. Il 7 gennaio scorso sul sito www.zeusnews.com, che si autodefinisce “un notiziario dedicato a quanto avviene nel mondo di Internet, dell’informatica, delle nuove tecnologie e della telefonia fissa e mobile” è comparsa una notizia che dovrebbe preoccupare tutti
A Parigi di sono concluse le Assises Internationales du Journalisme. Parola d’ordine: il diritto di ogni cittadino a un’informazione di qualità. Dibattito sulla crisi mondiale dell’editoria, sulle nuove frontiere della professione, sulla difesa dell’autonomia dei giornalisti dalle pressioni/ingerenze degli editori e del mondo politico. Il documento conclusivo è in quattordici punti. Ve lo propongo in
Uno strano e sospetto progetto di riforma agita il mondo editoriale francese. A Parigi c’è stata un’ondata di proteste dopo l’arresto dell’ex direttore di Liberation Vittorio de Filippis, accusato di diffamazione. Qualche giorno fa il presidente Nicolas Sarkozy ha detto che entro breve tempo il reato di diffamazione sarà depenalizzato. Giornalisti contenti, dunque? Neanche per
A Ricardo Franco Levi, evidentemente, i blog non piacciono. Pur “orfano del suo Governo – scrive il giurista Daniele Minotti – fa tutto da solo”. Nel senso che il 9 giugno scorso ha presentato una proposta di legge per la “Nuova disciplina del settore dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione di un testo unico delle