Sul sito di Reporters Sans Frontières il barometro della libertà di stampa 2015 è listato a lutto, con i nomi degli otto giornalisti massacrati il 7 gennaio nella redazione di Charlie Hebdo. Ci sono poi, in questo primo scorcio dell’anno, già 177 giornalisti dietro le sbarre, insieme con 13 collaboratori e 177 cyberattivisti. La storica
Cancellare le voci dissonanti dell’informazione. Qualcuno lo fa uccidendo giornalisti e vignettisti satirici, altri introducendo norme liberticide. Come la nuova legge sulla diffamazione. Doveva essere una riforma della legge sulla stampa che eliminando la pena del carcere per i giornalisti, liberava l’informazione dal rischio di sanzioni sproporzionate, a tutela dei diritti fondamentali di cronaca e
Google mette a disposizione otto borse di studio per il Journalism Fellowship 2013, destinate a a chi vuole confrontarsi con il giornalismo investigativo e le nuove frontiere della professione (open data journalism, online freedom of expression, new business models for the industry). Il termine per la presentazione delle domande è il 31 gennaio 2013. Ogni singola borsa
Faccio mio l’appello di Wikipedia, di nuovo sotto attacco oscurantista. Se non ci saranno correzioni al DDL 3491 all’esame del Senato – Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, e al codice penale in materia di diffamazione – anche l’enciclopedia partecipativa finirà nel calderone infernale delle sanzioni intimidatorie. Ha ragione il giurista Fulvio Sarzana:
Il FOIA – Freedom Of Information Act – è la legge sulla trasparenza degli atti della Pubblica Amministrazione. Garantisce l’accesso del pubblico ai dati detenuti dal governo, a livello centrale e periferico. Open Records, si dice negli Stati Uniti. Norme analoghe sono in vigore nei paesi ad alto tasso democratico. Non in Italia, dove la
Tanti, troppi i tentativi di imbrigliare e normalizzare la rete. Il pretesto di governi e singoli politicanti è la difesa dal Grande Orco del malaffare telematico (pedofili, terroristi, cracker, eccetera). La realtà è diversa, come dimostra quel che accade in Francia con la legge Hadopi. Sono in ballo gli interessi della major discografiche e cinematografiche e
Uno strano e sospetto progetto di riforma agita il mondo editoriale francese. A Parigi c’è stata un’ondata di proteste dopo l’arresto dell’ex direttore di Liberation Vittorio de Filippis, accusato di diffamazione. Qualche giorno fa il presidente Nicolas Sarkozy ha detto che entro breve tempo il reato di diffamazione sarà depenalizzato. Giornalisti contenti, dunque? Neanche per
Sulla perquisizione subita dalla giornalista genovese Ilaria Cavo interviene anche l’Ordine Nazionale dei Giornalisti: “Il rischio è che si precipiti davvero nel ridicolo.
Suscita nuove proteste la chiusura del blog accaddeinsicilia.net ordinata l’8 maggio scorso dal Tribunale di Modica, che ha condannato il curatore Carlo Ruta per il reato di ‘stampa clandestina’. Sessanta storici italiani hanno firmato un documento che esprime solidarietà’ a Ruta e ‘preoccupazione’ per gli effetti della sentenza sull’attività di ricerca. Il documento contesta l’inedita
Tempi bui per la professione. Si prospettano larghe intese per mandare in galera chi pubblica le intercettazioni. Il contratto manca da 1199 giorni. Godiamoci allora un momento di relax, come faceva Ernesto Calindri con il suo Cynar. Copio e incollo per i miei lettori, dal sito “Libertà di stampa e diritto all’informazione” , le dieci
Franco Abruzzo ricorda sul suo sito che l’anno scorso la Corte europea dei diritti dell’uomo si è già espressa nettamente su intercettazioni e diritto di cronaca. Ecco un articolo di Marina Castellaneta, pubblicato il 21 giugno 2007 su “Il Sole 24 Ore”: