Mi sono beccato un ransomware Cryptolocker. È stato un attimo fatale. Aspettavo una mail dal corriere XYXX con il codice tracking per un pacco in transito. Ne sono arrivate due quasi in contemporanea. Una era quella giusta, l’altra uno spam evidente. Mi sono distratto e ho cliccato sull’allegato sbagliato. Un attimo, appunto. Lo so, non
Dagli all’untore digitale! Anno nuovo, malware vecchi o riciclati girano vorticosamente su Facebook. Se vi è già capitato di ricevere un messaggio privato con un video allegato, che promette scene licenziose con donnine nude, non cliccate sul link. Vi porterebbe guai sotto forma di codice maligno.
Potrebbero cascarci in molti, perché la mail contiene il logo dell’Agenzia delle Entrate e – si sa – il cittadino/contribuente onesto ha sempre paura di aver sbagliato qualcosa nella ingarbugliatissima dichiarazione dei redditi. Se poi la parola chiave è redditometro, ancora meglio (peggio). Dunque la tentazione di cliccare sull’allegato è forte, ma sarebbero guai. Già,
A mia insaputa ho rischiato di contagiarvi, di riversare codice maligno su Twitter. Approfittando della mia distrazione nel fine settimana, gli untori si sono impossessati del mio account e lo hanno posseduto per qualche ora. Giusto il tempo di spedire “Messaggi Diretti” a quasi tutti i miei follower. Frasette senza senso ma ammiccanti, che invitavano
Una mia amica ha trovato sulla sua bacheca Facebook la foto di una donnina nuda, postata da un conoscente. Si è giustamente indignata. L’altro ha risposto imbarazzato: non è colpa mia. Siamo entrambi vittime di uno spammer. È vero. Sotto quella foto si nasconde codice maligno. Non cliccate e avvertite i vostri contatti. In questo
Cambiano i tempi e mutano anche le abitudini degli untori di codice digitale maligno. Ormai il contagio arriva soprattutto dai siti tarocchi, dai link contenuti nei messaggi di posta elettronica. Dice McAfee che gli URL (cioè gli indirizzi internet) sospetti si sono sostituiti alle botnet (cioè le reti gestite dai criminali) come meccanismo di distribuzione
Gira un brutto malware che attacca i dispositivi Android con sistema operativo inferiore al 4.1.x (Jelly Bean). Il codice maligno (un dialer) è in grado di resettare tutti i dati presenti sullo smartphone e nella SIM e agisce sfruttando una vulnerabilità di Unstructured Supplementary Service Data (USSD). E’ dunque una rogna da evitare. Come? McAfee
Questa volta i virus si nascondevano dentro computer nuovi di zecca, venduti con sistema operativo Windows originale (solo in apparenza). Pronti ad agire a comando, appena collegati a internet, e dilagare in rete. Veri e propri agenti dormienti, come Frank Sinatra/Bennett Marco in Va’ e uccidi (The Manchurian Candidate, 1962) e Kevin Costner/Tom Farrell in
Il buon vecchio Ulisse ne sarebbe fiero e con lui Omero. In fondo il trucco del cavallo di legno funziona sempre, sia pur nelle mutate vesti di codice digitale. Poco importa che si chiami Flame o Gauss. L’importante è che qualcuno gli apra le porte della città o del computer e permetta ai soldatini nascosti
Occhio ai siti che frequentate. C’è in giro un virus che si spaccia per poliziotto. Si chiama Ransomware e agisce da qualche anno, a ondate. La (vera) Polizia di Stato chiede a tutti di fare attenzione e, in caso di contagio, fornisce le istruzioni per liberarsi del malware. Ecco come si presenta il (finto) agente
Ho letto e leggo articoli e commenti sarcastici sugli effetti della campagna di informazione per prevenire gli effetti nefasti del DNSChanger. Adesso che i server alternativi dell’FBI sono stati spenti è possibile fare il bilancio dell’operazione. Fino all’8 luglio – l’altro ieri – In Italia c’erano ancora 17074 computer infetti. Qualche giorno prima erano 26500.