Prima di dare un giudizio esaustivo facciamo un mese di prova gratuita. Per registrarsi si deve fare un salto qui. La app più attesa da sempre, la suite Office per iPad, è appena arrivata e dunque diamoci il tempo giusto per prenderne le misure e familiarizzare. Office è stato ed è uno dei cavalli di
Il cloud computing rischia di diventare un ulteriore terreno di scontro tra i big dell’informatica. Google ha provato a gettare acqua sul fuoco con Cloud Connect, un plugin per Office che permette di far dialogare Google Docs e Microsoft Office. I documenti scritti con Office possono essere sincronizzati con Google Docs e parcheggiati nella “nuvola”.
I meno giovani ricorderanno senz’altro i vecchi videoterminali da ufficio (o redazione) che, a metà degli anni Ottanta, furono soppiantati dai PC. Erano scatolotti senza contenuto. Monitor (a fosfori verdi) e tastiera, interfaccia primitiva, tutto testo senza immagini, niente mouse e hardware senza software. I programmi erano in rete. Il Cloud Computing in fondo è
Nella Francia digitale impazza il saggio del giornalista-comunicatore d’impresa Franck Frommer “La pensée PowerPoint” (La Découverte), libro inchiesta sulla popolare applicazione della suite Office di Microsoft. Il sottotitolo – Inchiesta sul programma che rende stupidi – fa comprendere dove vuole andare a parare l’autore.
Fino a qualche anno fa su Bill Gates circolavano più barzellette che sui carabinieri. Era il potente, incontrastato, padrone del mondo digitale. Microsoft sembrava un treno lanciato verso il futuro, inarrestabile. Oggi il colosso del software è sotto attacco costante e paga il prezzo delle falle alla sicurezza dei suoi sistemi operativi e del suo
Ci va giù pesante, Matthew Glotzbach, direttore di Google Enterprise. Dal blog aziendale invita apertamente i lettori a boicottare la nuovissima suite Office 2010. Lo fa, per giunta, proprio alla vigilia del lancio commerciale del prodotto di Microsoft. Dice Glotzbach, in sostanza: lasciate perdere. Non spendete soldi per aggiornare Office alla nuova versione. Il nostro
C’è una nuova funzione di Google Documents che sarà particolarmente apprezzata da chi ha bisogno di tradurre velocemente i documenti in altre 42 lingue. Si scrive il testo e poi, dalla barra degli strumenti, si individua la lingua di destinazione. La traduzione, ovviamente, è quella maccheronica di Google Translator, ma – in attesa della sua
Un computer a geometria variabile, predisposto per offrire servizi e software à la carte, in base alle esigenze dell’utente. Microsoft pensa a una macchina del genere, per il prossimo futuro e così, il giorno di Natale, ha ottenuto il brevetto numero 20080319910 dall’United States Patent and Trademark Office (USPTO), l’Ufficio americano per la proprietà intellettuale.