“Vogliamo vivere in un mondo dove esiste un solo Internet o in un mondo dove le informazioni a cui abbiamo accesso, la conoscenza a cui abbiamo accesso dipende dal paese in cui viviamo?”. Chi parla non è un esponente del partito svedese dei pirati, bensì il consigliere del segretario di Stato per l’Innovazione, Alec Ross.
Devono davvero preoccuparsi gli utenti di Internet Explorer? E’ così grave la falla riscontrata nel browser più diffuso al mondo? Si, stando all’allarme diffuso dal Bundesamt fuer Sicherheit in der Informationstechnik (BSI), l’Authority tedesca per la sicurezza digitale. Dice il BSI che “..la vulnerabilità consente ai pirati di iniettare codice maligno attraverso una pagina Web
Anche la Spagna socialista va all’attacco del download illegale di musica e film, ma – a differenza dell’Hadopi francese – sceglie di colpire i siti e non gli utenti. Soluzione comunque discutibile, perché non sarà un giudice a decidere, bensì la nascitura Comisión de Propiedad Intelectual. Una sorta di polizia culturale di Internet, come titola
Gli esperti di cyber security dell’azienda e la Polizia delle comunicazioni hanno individuato gli autori dell’attacco di defacing al sito di Poste Italiane del 10 ottobre scorso. Dicono gli investigatori: “la Polizia Postale ha eseguito una perquisizione nelle abitazioni di tre giovani, uno dei quali minorenne. Dall’accertamento sono state ricavate ampie conferme delle ipotesi investigative
Rischia di diventare una rubrica quotidiana. Titolo: “Un verme al giorno toglie l’iPhone di torno”. Parliamo degli iPhone craccati – meglio, jailbrekkati. Per chiarire, gli iPhone sprotetti al fine di aggirare l’Apple Store e installare applicazioni a sbafo, senza pagarle.
Gli hacker che ieri hanno fatto defacing al sito di Poste Italiane hanno condotto un corretto attacco etico. Non a caso si tratta di hacker e non di cracker.
Si potrebbe archiviare la notizia come una boutade di fantascienza e fantapolitica, se la fonte non fosse così autorevole. La prossima guerra mondiale potrebbe cominciare nel cyberspazio, cioè nel mondo invisibile delle reti telematiche. Lo dice a Ginevra il segretario generale della ITU (International Telecommunication Union), Hamadoun Touré.
Alle 19.14 la Baia dei Pirati era ancora attiva, ma il galeone del libero download sta per issare bandiera bianca. Sembra proprio l’ultimo assedio, a meno che non ci sia un nuovo colpo di scena in questa vicenda infinita.
Un test parziale ma significativo, quello di domenica scorsa nel collegio di Yvelines, in Francia. Il Partito dei pirati – al suo primo appuntamento elettorale – ha ottenuto il 2 per cento dei voti.
Con l’Hadopi 2 – sempre che l’opposizione di sinistra non riesca a spuntarla anche questa volta con la Corte costituzionale – tra qualche giorno il download di musica e film potrà costare caro agli utenti francesi. Niente paura. Fatta la legge, trovato l’inganno. Su L’Express un gustoso reportage semiserio indica comme beffarsi dell’Hadopi 2 in
E’ una brutta giornata per la libertà in rete. L’assemblea nazionale francese ha approvato la cosiddetta Hadopi 2, la legge che punisce severamente chi scarica illegalmente da Internet file multimediali. Il provvedimento entrerà in vigore a ottobre.