Mettere a disposizione dei cittadini i dati delle pubbliche amministrazioni, come raccomanda la Commissione europea, potrebbe generare un’economia dell’informazione del valore di 40 miliardi di euro all’anno, ha scritto Juan Carlos De Martin sulla Stampa di ieri. La Commissaria europea Neelie Kroes ha lanciato un’iniziativa per “trasformare in oro i dati della pubblica amministrazione”, ponte
Ecco un’iniziativa che il governo Monti dovrebbe inserire in agenda. Da qualche giorno La Francia ha aperto gli archivi della Pubblica Amministrazione e reso disponibili al pubblico 352mila documenti. Si chiama Open Data, oppure Open Government (in Italia Dati Aperti). E’ la cultura della pubblica amministrazione aperta ai cittadini, in termini di trasparenza e partecipazione
Una best practice francese, quella dei Cheque emploi service universel (CESU), è stata adottata in questi giorni dall’INPS. I Buoni Lavoro sono già disponibili negli uffici postali di Lombardia e Puglia e, da febbraio, l’esperienza sarà estesa al resto del paese. I Buoni Lavoro sono assegni per pagare prestazioni di lavoro occasionale. E’ uno strumento
La prima edizione italiana di BeMyApp, a Bari, si è appena conclusa. E’ stata un’inedita maratona di tre giorni all’insegna della socializzazione creativa, per proporre e realizzare applicazioni per dispositivi mobili iOS e Android. Ci sono state più di cinquecento adesioni. Format californiano[1] ed entusiasmo pugliese. I ragazzi – per lo più sviluppatori indipendenti –
Ero ottimista, il 14 settembre scorso, quando – alla vigilia del Censimento 2011 – scrivevo che si sarebbe trattato di un test di cittadinanza digitale. Ebbene 5.491.069 di questionari sono stati già compilati e trasmessi via web, cioè il 37,6 per cento degli italiani ha snobbato la fila all’ufficio postale e aderito all’opzione di eGovernment.
Vabbè, il primo giorno il Censimento online è rimasto imbottigliato nel traffico. Probabilmente all’Istat e alla Telecom non pensavano che il livello di alfabetizzazione digitale degli italiani fosse così elevato, e così avevano attivato pochi server. Oggi all’alba, invece, non ho trovato code, la pagina web ha registrato i miei dati con la velocità di
Peccato che Hans-Jürgen Schlamp, corrispondente da Roma per il settimanale tedesco Der Spiegel, non abbia fatto un tuffo nel passato, prima di scrivere il suo articolo sugli arcaici riti burocratici e balzelli ai quali gli italiani hanno fatto il callo. Avrebbe scoperto l’antica Dogana delle Pecore, morta e risorta sotto altre voci e assurdi tributi.
C’è stato un tempo (dal 1447 al 1806) in cui pastori e allevatori che dall’Abruzzo e dal Molise portavano gli armenti a svernare in Puglia, erano costretti a pagare dazio alla Dogana delle Pecore. C’era addirittura un tribunale speciale, il Tribunale della Dogana, che amministrava la giustizia della transumanza e puniva gli evasori fiscali. Poi
AGGIORNAMENTO. Lo sa il ministro Renato Brunetta che il Comune di Roma non ha la PEC? Non ci credevo. Sono andato sul sito ufficiale www.comune.roma.it e ho cercato dappertutto. Alla fine è spuntato fuori un solo indirizzo di Posta Elettronica Certificata, quello dell’ufficio anagrafe. Non c’è la PEC del sindaco, della direzione generale, della segreteria
“E’ una roba che non ci si crede – è il commento dell’utente Frap 1964 sul blog collegato al portale turistico governativo Italia.it – Fai due click sulla stessa regione e non carica più le immagini. Ti muovi su qualche regione (Trentino, Emilia, Marche, Umbria, Puglia) e ti seleziona la regione confinante. Ma il colpo
“Per l’ignaro cittadino italiano è difficile comprendere come mai – a distanza di ben undici anni dalla istituzione della Carta di Identità Elettronica, dopo una lunga sperimentazione, costata circa 60 milioni di euro, con la produzione di oltre 4 milioni di CIE emesse da circa 200 Comuni, che già la utilizzano per l’erogazione di molteplici