C’è un piccolo microblogging italiano che ha già cinquemila utenti e tanta voglia di crescere. Si chiama Meemi. La storia la racconta Titti Santamato dell’Ansa. Ecco il suo reportage.
Twitter ha rinviato la manutenzione programmata, su invito della Casa Bianca, per evitare di spezzare il fil rouge che anima la protesta iraniana. I media di tutto il mondo sottolineano il ruolo strategico del social network essenziale e minimalista.
E’ singolare che Facebook se ne freghi ampiamente della legislazione extra-Usa e poi ricorra alla norme italiane per combattere il cybersquatting a suo danno. Così il Centro Risoluzione Dispute Domìni ha restituito al social network l’indirizzo http://www.facebook.it registrato a nome di tale John Michael Preston. Un caso evidente di accaparramento, ha sentenziato il CRDD, un
Facebook ne ha fatta un’altra delle sue. Ha messo alla porta, espulso, cacciato, Vittorio Zambardino. Senza alcuna spiegazione. Una ulteriore conferma dell’assenza totale di democrazia nel social network, che ho abbandonato per questo motivo a novembre dell’anno scorso. Sottoscrivo le riflessioni di Alessandro Bottoni, hacktivist candidato al Parlamento Europeo per il nord-est come indipendente nelle
Ho chiuso l’account Facebook a novembre scorso, dopo aver esaminato nei particolari le regole del social network sulla privacy. Ero rimasto molto perplesso e dunque me ne sono andato. Da qualche tempo la policy è cambiata, dopo la rivolta degli utenti. Ho trovato particolarmente utile, per fare chiarezza, la lettura del manuale di Silvia Ponzio
Non è che la tv debba arrendersi a internet entro l’anno prossimo. Potremmo piuttosto parlare di riposizionamento. Via (in parte) dallo schermo tradizionale per convergere su altri dispositivi fissi e mobili. Computer, palmari, smartphone, cellulari, console. Parola di Microsoft, che ha diffuso i risultati della ricerca “Europe logs on: internet trends of today & tomorrow“.
In attesa di Kyoto (Knowledge yielding ontologies for transition-based organization), il progetto europeo di motore di ricerca senza limiti linguistici a cui lavora anche il CNR italiano, dobbiamo “accontentarci” di Google. Sto leggendo “Pianeta Google. Quanto manca alla conquista totale?” di Randall Stross, edito da Sperling&Kupfer. Davvero un bel lavoro. Google alla conquista del controllo
La mia diffidenza nei confronti di Facebook aumenta. Su Scene Digitali, Vittorio Zambardino racconta come il social network si sia sbarazzato di Nino Randisi, cronista siciliano che da molti anni fa controinformazione sulla mafia. Stessa sorte sarebbe capitata al giornalista di Radio Popolare Michelino Crosti, come ci fa sapere Alessandro Gilioli su Piovono Rane. Sarà
Arroganza? Delirio di onnipotenza? Mark Zuckerberg si è accorto di averla fatta grossa. Travolto dalle critiche, il fondatore di Facebook deve essersi riletto in fretta Nineteen Eighty-Four, prima di fare Indietro Tutta sulle scellerate regole anti privacy che si era inventato. Certo, 175 milioni di utenti possono dare alla testa, ma pensare di impadronirsi per
Ho mollato Facebook a novembre e sono contento di averlo fatto. Ancora di più, dopo aver letto della nuova (?) policy del social network.
Cosa si fa quando sui muri di una stazione ferroviaria appaiono graffiti sgradevoli? Si blocca il traffico ferroviario, ovviamente. E’ quello che, a parere di Facebook, ha fatto il Parlamento italiano approvando, su proposta del senatore Gianpiero D’Alia (UDC-SVP-Aut.), il famigerato emendamento 50.0.100 all’articolo 50 del Pacchetto Sicurezza. L’emendamento, come ricorda oggi anche Vittorio Zambardino