Il QR Code sui giornali non è una novità. Lo strano quadratone appare da tempo nelle pubblicità e nei periodici, per offrire una porta di accesso agli approfondimenti sul web. Funziona così: si avvicina la fotocamera del telefono cellulare al codice e poco dopo, sul display, si apre una pagina internet che contiene ulteriori informazioni,
“Sorry, the Nexus One phone is not available in your country”. L’annuncio campeggia sulla prima pagina di Nexus One, lo smartphone di Google destinato – è l’auspicio del colosso dei motori di ricerca – a insidiare l’iPhone di Apple. Se il mercato italiano è escluso, perché mai il blog (italiano) di Google enfatizza il lancio
La BBC, con il suo esempio, fa adepti anche in Italia. In Gran Bretagna sempre più telespettatori fuggono dal televisore e dalla schiavitù del telecomando per approdare alla tv on demand. Perché non intercettare sul web e sul mobile questa fascia di utenti, sempre più appetibile dal punto di vista pubblicitario? Così La 7 e
In Gran Bretagna se lo stanno chiedendo. In Italia ancora no. Il Kindle di Amazon arriva in Europa ma sarà spedito direttamente dagli Stati Uniti. Anche nei paesi in cui esistono negozi nazionali Amazon. L’acquirente si deve far carico delle spese doganali. Opinabile, ma – fin qui – nulla di particolarmente anomalo. Il nodo cruciale
Un provvedimento reso necessario per proteggere la salute di bambini e ragazzi. Il Senato francese ha vietato l’uso dei cellulari nelle scuole primarie, elementari e medie. La legge passa adesso all’esame della Camera. Proibita anche la pubblicità dei servizi di telefonia mobile destinata a chi ha meno di quattordici anni.
Tra quale giorno il colosso statunitense delle telecomunicazioni AT&T sbloccherà il VoIP per iPhone sulla rete 3G. Notizia clamorosa, perché nel resto del mondo i gestori di telefonia mobile fanno esattamente il contrario. Gli utenti americani potranno finalmente usare Skype senza dover rincorrere gli hot spot Wi-Fi. Chissà, forse questa decisione potrebbe concorrere alla fine
Arriva il primo, vero, competitor di iPhone 3G S. Si chiama HTC HD2, sarà in vendita a novembre, e darà filo da torcere allo smartphone a mela, se manterrà gli impegni del produttore.
Da oggi a Pisa si discute del futuro della rete, per iniziativa dell’Istituto di informatica e telematica del Cnr. Durante l’Internet Governance Forum Italia, i ricercatori del Cnr hanno detto che l’internet del futuro passerà prevalentemente dai telefonini. Già, ma le telecom se ne sono accorte? Evidentemente si, visto che per andare in rete con
Alzi la mano chi ha uno smartphone e non sia deluso dalla durata della batteria. E’ il tallone d’Achille di questo oggetto prezioso, che dovrebbe permetterci di fare mille cose, oltre che telefonare, e invece ci molla sul più bello.
Il conflitto di interessi sembra evidente, così come sembra più una storia italiana che americana, il rifiuto opposto da Apple a Google Voice. “Non approvazione” è il bizantinismo scelto dalla Mela. L’applicazione serve per telefonare con l’iPhone senza passare per le forche caudine – e i costi salati – dei gestori telefonici. AT&T, nella fattispecie.
Trenitalia ha fatto le sue scelte tecnologiche. Opinabili. Il servizio ProntoTreno (serve per consultare l’orario, acquistare biglietti elettronici, cambiare le prenotazioni, controllare la puntualità, salvare le preferenze personali) funziona solo su telefoni cellulari Symbian e BlackBerry. Chi ha Windows Mobile o iPhone si arrangi o – meglio – faccia un salto in Svizzera.