Quando la ricostruzione sarà completata, del terremoto e dello tsunami dell’11 marzo 2011 in Giappone non resterà traccia, ma gli scienziati avranno a disposizione una miniera di informazioni e immagini sul disastro. Google si è mobilitata per il progetto Memories for the Future e ha fatto scattare foto ad alta risoluzione attraverso migliaia di chilometri
In tutto il mondo ci sarebbero ventitré centrali nucleari – 79 reattori in tutto – a rischio tsunami. Roba da far impallidire Fukushima. Lo sostengono gli scienziati Joaquin Rodriguez-Vidal[1], Jose M. Rodriguez-Llanes e Debarati Guha Sapir[2] nello studio pubblicato dalla rivista scientifica internazionale Natural Hazards. Una delle aree ad alto rischio comprende il reattore Fukushima
Google ha messo a disposizione della Protezione civile giapponese le immagini satellitari prima e dopo la devastazione provocata da terremoto e tsunami. Sono fotografie ad alta risoluzione, che permettono di avere una visione capillare e dettagliata delle aree colpite.
L’Europa cerca ingegneri specializzati nel preallarme Tsunami, “per offrire la massima protezione ai paesi a rischio, e cioè quelli intorno al Mediterraneo e nel nord-est dell’Atlantico”. L’Unione Europea ha investito più di quattro milioni di euro nella ricerca, con il progetto DEWS – Distant early warning system – per sviluppare un sistema con buone capacità