Se l’Alta Corte di Londra deciderà di estradarlo in Svezia, il passo successivo potrebbe essere l’estradizione dalla Svezia agli Stati Uniti. Negli USA Julian Assange rischia di essere processato per spionaggio, reato per il quale è prevista anche la condanna a morte. In queste ore, dunque, si decide la sorte del fondatore di Wikileaks, l’organizzazione
Da Report del 27 novembre 2011. Reportage di Giuliano Marrucci. “In Islanda, all’interno di una ex base Nato dove conservavano armi, stanno costruendo un enorme data center per conservare le informazioni diffuse sul web e metterle al riparo dalle censure di altri stati. E’ solo il primo di una lunga serie. Un’iniziativa che nasce sull’onda
L’anno scorso – insieme con migliaia e migliaia di sostenitori in tutto il mondo – ho dato un piccolo contributo economico a Wikileaks, per il prezioso apporto dell’organizzazione alla libertà di stampa e alla controinformazione. Oggi mi scrive la fondazione Wau-Holland-Stiftung, che ha sempre supportato Wikileaks, per farmi sapere che PayPal, Bank of America, VISA,
Da 217 giorni Julian Assange è costretto agli arresti domiciliari in Gran Bretagna, in base a due mandati di arresto internazionale emessi nel dicembre 2010 dalla Svezia. Il leader di Wikileaks, si sa, è accusato di stupro, ma le indagini della magistratura svedese hanno finora destato molte perplessità. La Svezia chiede l’estradizione di Assange e
Forse Wikileaks non è più trendy, e chissenefrega se da dicembre Julian Assange è agli arresti domiciliari in Gran Bretagna, in attesa della decisione della sua estradizione in Svezia. Nei suoi confronti, a Stoccolma, è stato costruito ad arte un bel teatrino giudiziario, il cui intento potrebbe essere una nuova estradizione, questa volta negli Stati
Chiedevo, l’11 gennaio scorso, se tra gli obiettivi del prossimo G8 (a fine maggio in Francia) ci sia anche un nuovo tentativo di regolamentare la rete. Al di là delle dichiarazioni di principio, infatti, ai potenti della Terra piace il coté commerciale di internet. Molto meno quello delle libertà e dei diritti. Sarkozy chiama e
Mozilla Foundation ha risposto per le rime al Ministero statunitense per gli Interni (Homeland Security, DHS), che ha chiesto di rimuovere il componente aggiuntivo MafiaaFire dal catalogo del browser Firefox. Cosa fa MafiaaFire? Permette agli utenti di raggiungere comunque, su indirizzi alternativi, siti oscurati dalle autorità americane. Wikileaks, ad esempio, che gli Usa vedono come
Gli analisti dell’intelligence statunitense, si sa, sono fini intellettuali. Leggono molti libri. Ce lo aveva insegnato negli anni Settanta Joe Turner/Robert Redford ne “I tre giorni del Condor”. Ne abbiamo avuto conferma nell’affaire Wikileaks, con le accuse a Julian Assange tratte pari pari da un romanzo di Stephen King. Per rintracciare Osama Bin Laden, gli
Wikileaks è uno dei protagonisti, quest’anno, del Festival internazionale del giornalismo di Perugia. Non poteva essere diversamente. E’ stato un positivo tsunami, per l’informazione. Ne ho parlato anch’io, oggi, insieme con Matteo Flora, Carlo Gubitosa e Giorgio Scura (uno dei due giornalisti italiani che hanno intervistato Julian Assange). Tema del panel: Il metodo Wikileaks applicato
Wikileaks fa proseliti, in Nord Africa. In Egitto la pagina Facebook Amn Dawla Leaks (cioè fuga di notizie dalla Sicurezza dello Stato) sta svelando la macchina della repressione messa in anno nei lunghi anni del regime di Mubarak. Gli occhiuti servizi di sicurezza sorvegliavano tutto. Torturavano gli oppositori, controllavano la minoranza cristiana del paese, erano
Tra i duecentoquarantuno candidati al Nobel per la Pace 2011 ci sono anche Wikileaks, i “padri” di Internet e alcuni esponenti della “Primavera araba”, fa sapere il presidente del Premio, Geir Lundestad. Resta come sempre segreta l’identità dei “nominati”, ma Lundestad ha detto che l’edizione 2011 non può trascurare quanto è accaduto e sta accadendo