e-Health: avanti in ordine sparso
20 Marzo 2009 Pubblicato da Pino Bruno
- 20 Marzo 2009
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Innovazione tecnologica nella sanità pubblica. Ognuno sembra procedere per la propria strada. Il governo, le regioni, le singole aziende sanitarie territoriali. L’impressione è che la pubblica amministrazione agisca per compartimenti stagni, senza tener conto delle buone pratiche già sperimentate e collaudate.
Così il Consiglio Nazionale delle Ricerche e il ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione annunciano “un programma di interventi volti ad accelerare il processo di innovazione digitale nel settore della salute, nel contesto del piano di eGovernment 2012. Il progetto ‘Salute in rete’ si pone l’obiettivo di accelerare il processo di digitalizzazione dei servizi sanitari, con particolare attenzione al ciclo prescrittivo (ricetta e certificati di malattia) e alla realizzazione di un sistema a rete dei centri unici di prenotazione (CUP) territoriali, migliorandone il rapporto costo-qualita’ e limitando sprechi ed inefficienze“. Intanto la Regione Lombardia decanta al Palazzo di Vetro di New York il “suo” modello di sanità digitale.
Insomma, nuovi progetti come se piovesse. E le esperienze già mature e consolidate, come quelle della Regione Lombardia e dell’azienda sanitaria di Treviso? Non si potrebbe partire da ciò che è stato già realizzato e farne un modello nazionale, evitando anche il gioco delle tre carte? Così si limiterebbero davvero “sprechi e inefficienze“.
Quanto alla sanità vera, vi racconto l’esperienza di mia sorella, qualche giorno fa, nel Policlinico di Bari. Ha fatto una coda di due ore e mezza per pagare il ticket e così è arrivata troppo tardi all’appuntamento con lo specialista. Si, qui il ticket si paga ancora così.